Flight of the Amazon Queen

È l’anno 1949. Dopo essere sopravvissuti a una rocambolesca quanto demenziale avventura, Joe King, un pilota di aerei a noleggio, e il suo sidekick Sparky ottengono un nuovo incarico: accompagnare la famosa diva hollywoodiana Faye Russel in Amazzonia per un servizio fotografico. Sorte vuole che l’aereo precipiti a causa di un fulmine e il simpatico trio si trovi bloccato nel mezzo della giungla, impossibilitati a comunicare con l’esterno. La loro avventura li condurrà ad affrontare un perfido scienziato pazzo, il dr Ironstein, deciso a dominare il mondo trasformando tutte le amazzoni in dinosauri (?).

Seguendo la falsariga tracciata dai titoli lucasiani, la Interactive Binary Illusions sforna il suo primo adventure nel 1995. Umorismo, dialoghi brillanti, citazionismo: “Flight of the Amazon Queen” non inventa nulla, rifacendosi a rodati elementi di successo, ma gli ingredienti sono dosati con sapienza e intelligenza.

 

Come nei titoli lucasiani, il protagonista si rivolge spesso al giocatore. Qui, il buon Joe vuole dimostrare di essere più tosto di Indy.

Infatti, le vicende di Joe King ricordano palesemente le peripezie dell’archeologo per eccellenza, Indiana Jones. Eppure l’atmosfera scanzonata, il frequente ricorso alla parodia e una certa irriverenza di fondo finisce per avvicinare il gioco maggiormente alla serie di “Simon the Sorcerer”.
Il titolo di John Passfield e Steven Stamatiadis, qui al loro esordio come capi-progetto, ha tutti i pezzi che contano al posto giusto, a cominciare dal game-design che sfoggia una curva di difficoltà davvero ben calibrata fino ad arrivare ai dialoghi a scelta multipla che, pur non modificando in alcun modo la trama, finiscono per essere selezionati con cura in cerca della risposta più divertente.

 

 

Durante il gioco, qualche volta assisteremo a delle zoomate sui personaggio, realizzate con la grafica delle cutscene. Qui vediamo Faye, personaggio probabilmente ispirato alla Willie di “Indiana Jones e il Tempio Maledetto”.

L’unico vero difetto risiede nel concept poco coraggioso, che si adagia a una struttura già consolidata senza guizzi di personalità. Escludendo ciò, “Flight of the Amazon Queen” tira fuori il meglio che può.
Visivamente, il gioco non vanta paesaggi da sogno, sprite curatissimi o una direzione artistica sopraffina, eppure la grafica risulta estremamente funzionale e dotata di un gran numero di animazioni; l’audio, invece, presenta una colonna sonora anonima e perfino fastidiosa, ma risponde con un doppiaggio completo ottimamente recitato (sebbene sia stata scelta una voce forse eccessivamente ‘matura’ per il protagonista). Peccato per l’interfaccia a icone, decisamente pesante e antiquata anche per il ’95, ma per fortuna sono state inserite le scorciatoie via tastiera.
Gli enigmi, tutti rigorosamente classici, sono basati prevalentemente sull’utilizzo degli oggetti e sul dialogo coi personaggi secondari. Nonostante una terza parte di gioco più solitaria e ostica, l’avventura è generalmente molto piacevole da affrontare grazie a un game-design che, così come il resto del gioco, è pensato per soddisfare quella fetta di avventurieri in cerca di qualcosa di rilassante e deliziosamente prevedibile.

L’Amazon Queen è l’aereo privato di Joe: il suo destino – come si può vedere – non è dei migliori.

L’impalcatura è sorretta a dovere da una sceneggiatura scanzonata ricca di battute spassose e situazioni surreali. Non ci si ribalta dalla sedia per le risate, e comunque lo script dei modelli ispiratori (“Monkey Island” e il già citato “Simon the Sorcerer”) resta più fresco e brillante, ma l’avventura della IBI appare sincera e genuina, riuscendo a replicare con efficacia i punti di forza dei classici del genere senza apparire come una metodica riproposizione dei prototipi. Si tratta insomma del tipico prodotto di intrattenimento ben confezionato, in cui l’assenza di vera originalità viene ampiamente compensata dalla limpidezza di intenti e da una buona esecuzione. Infine, per fortuna, la sensazione di dover far ridere a tutti i costi è quasi totalmente scongiurata.

Lo scienziato malvagio, ovviamente tedesco e ovviamente pazzo, si distingue per le sue idee chiare.

Flight of the Amazon Queen” vince laddove molti hanno fallito. Riproporre freddamente una formula per imbonire i videogiocatori è semplice; riuscire invece a ispirarsi ai classici e nel contempo a evitare la trappola della gratuità lo è molto meno.

     

La citazione:
Joe: Hai visto il codice che ha inserito la guardia?
Azura: Non vedevo molto bene, ma mi pare che abbia premuto il pulsante blu, poi il rosso, il verde, il blu, e ancora il rosso.
Joe: Accidenti, che memoria!
Azura: Beh, grazie Jack.
Joe: Ah, mi chiamo Joe.
Azura: Sì, scusa.

 

Nota: Il gioco è stato reso freeware nel 2004 ed è emulato alla perfezione da ScummVM. Il download del gioco è disponibile anche su Zodiac Store.

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Categories: videogiochi

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