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27 Luglio 2007
SE IO POSSO CAMBIARE, E VOI POTETE CAMBIARE... TUTTO IL MONDO PUO' CAMBIARE! (Rocky Balboa, "Rocky IV")





Sono stato un fiero sostenitore del PC come macchina da gioco.
Dal Commodore 64 sono direttamente passato al Personal Computer: schermo bianco e nero, un paio di megabyte all'interno dell'hard disk, pochi giochi (come dimenticare le corse by Accolade?).
E' grazie al PC che ho scoperto le avventure grafiche. Mi si è aperto un mondo. Mi sembrava di essere all'interno di un fumetto.

Ho così resistito agli attacchi mediatici ad opera del Mega Drive, del Supernintendo, e anche di console portatili che promettevano faville (il Game Gear). Caspita, perfino il leggendario Walter Zenga consigliava il Master System: doveva essere davvero un'immensa ficata.
Come tutti i ragazzini, desideravo una console. Ma attesi, fra un viaggio a Katmandu per parlare con un guru, ad una visita mozzafiato nelle profondità di Atlantide con una mia ex fiamma.
In seguito, però, restai alquanto deluso quando scoprii che le console proponevano perlopiù semplici platform, a volte molto interessanti (i vari "Mario", ad esempio), altre molto meno. Forse le aspettative (pompate e distorte dalla tv e da Ambra Angiolini) erano non solo troppo alte, ma anche errate?
Pensai: forse è nelle console che il videogioco trova la sua totale dimensione di eccellente (e innocuo?) passatempo, lasciando le velleità più complete e artistiche al PC, con titoli meno immediati, pubblicizzati, standardizzati e appariscenti.
Sono sopravvissuto all'adolescenza facendomi 'passare' il Gameboy prima (durante le gite scolastiche, sopratutto) e la Playstation poi (da cugini e amici) - o confidando nella frequente e altamente sociale 'sessione di gioco di gruppo' - con la ferma convinzione che la profondità del genere di "The Secret of Monkey Island" non potesse essere raggiunta nè eguagliata da una macchina collegata ad un rozzo joypad.

Eppure, qualcosa stava cambiando. Il mondo videoludico si stava modificando. I generi si ibridavano, maturavano, si scambiavano. I 'gioconi' spuntavano anche nelle fila delle immature console. Cosa stava succedendo?
Ma dovevo resistere, era ormai prassi cercare di respingere gli attacchi delle console usa&getta. Chiamiamolo orgoglio.
O mancanza di fondi.
Per fortuna arrivarono in soccorso le conversioni console-PC.
Neanche il tempo di desiderare l'incredibile "Star Wars - Shadows of the Empire" per Nintendo 64, che ecco apparire una degna conversione per PC (che supportava l'impressionante scheda acceleratrice 3DFX).
L'imbattibile "Metal Gear Solid" fece capolino qualche tempo dopo.
Le avventure grafiche floppavano sulle console, ma resistevano su PC, dimostrando a me stesso che non riuscivo ad identificarmi con il 'giovane' pubblico delle console, meno avvezzo a tempi morti, ragionamenti, zero action, e profonda lettura di montagne di testi.
Quindi, ho ancora resistito, fra conversioni e un po' di sano snobismo, tenendomi stretto il mouse e le mie avventure grafiche.

Ma alla fine anche io ci sono cascato.

Sono stato un fiero sostenitore del PC come macchina da gioco.
E lo sono ancora.
Solo che col Nintendo DS Lite mi diverto come un bimbo pacioccoso.

Aspettatevi degli aggiornamenti alternativi.






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