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21 Settembre 2007
VOGLIO ESSERE UN PIRATA!
Quante volte ci siamo sentiti come il povero Guybrush, arraccando sulla spiaggia di un'isola sconosciuta? Il mondo ai nostri piedi, una miriade di scelte, e neanche un pezzo da otto per cominciare? Persi nell'oceano di possibilità del divertimento elettronico, armati solo di un lettore DVD, un collegamento internet, tanta voglia di imparare le basi necessarie, ma neanche un supporto per iniziare il percorso?
E' a quel punto che dentro di noi - inevitabilmente - si è fatto largo un desiderio primordiale, un'edeniaca volontà: quella di diventare un pirata.
Informatico.
Lo so, non vi aspettavate questa chiave di lettura.
Che la LucasArts intendesse o meno dare questo significato nascosto all'immortale "I wanna be a pirate" di "The Secret of Monkey Island" (a proposito, che aspettate a leggere il nuovo titanico articolo su "Fuga da Monkey Island"?) non ci è dato saperlo, ma è indubbio che molti capolavori del passato riescano a sopravvivere grazie al (ehm) fai da te.
Episodi di una stessa saga che escono prima su console Sega, poi che proseguono su Sony, poi che si trasferiscono su Nintendo, e infine che rivivono su PC... lo scenario è confuso e incontrollabile. Poveri noi.
L'essere umano è davvero scemo: non ha mai avuto rispetto per una forma d'arte giovane. Non ne conserva la storia.
Ed ecco che ci ritroviamo, oggi, pieni di mummie (che solo ora si sono risvegliate dal sonno letargico) che lamentano la perdita irreparabile di alcuni capolavori cinematografici di inizio '900, solo perchè sono rimasti a lungo attaccati ad un'idea distorta di preservazione.
Questo non vuole essere un inno alla pirateria, nè un'invettiva contro le assurde leggi sul diritto d'autore (semmai un'altra volta, ok?), ma semplicemente l'oggettiva constatazione che se oggi riusciamo a salvare qualcosa che appartiene alla storia dei videogiochi è merito (in parte) di alcuni mezzi non sempre ritenuti lecitissimi.
Noi possessori di PC siamo più fortunati, in questo senso: se possiamo rivedere i vecchi coin-op degli anni '80 è proprio grazie a provvidenziali emulatori (ammesso che riusciate a farli funzionare, ehm).
E domani? Quando i giochi per Wii non gireranno sulla nuovissima, potentissima e trendyssima console Nintendo Wiiiiiiiiiiiiiiiiii, che faremo? Nulla. Non possiamo che sperare negli emulatori, appunto.
Per fortuna, a volte esistono delle gradite eccezioni. Titoli di qualità che vengono trattati un po' meglio di altri.
La divisione italiana della Activision ha da pochi mesi ripubblicato molti classici LucasArts, riveduti e corretti per girare sui sistemi operativi odierni. Giochi di 10-15 anni fa che - incredibile? - qualcuno considera ancora degni di essere provati. (Adventure Game Shop è uno dei negozi online in cui potete acquistarli)
Il problema vero risiede nell'ottusità generale di non voler rispettare la storia perchè non c'è la lungimiranza necessaria per capire che abbiamo il dovere di preservare le opere di ingegno più meritevoli.
Sempre in ambito Lucas, l'invincibile Lucasdelirium (occhio alle nuove schede sui classici: attualizzate e rifinite) rappresenta uno dei baluardi fondamentali contro questa orda di ignoranza. L'approccio culturale-storico del sito è lucidissimo e rispettoso, e vi posso assicurare che - in campo videoludico - siti italiani del genere praticamente non esistono.
Ma ne avremmo bisogno, perchè forse siamo ancora in tempo.
Scommettiamo che fra 50 anni, quando i videogiochi saranno studiati alle scuole medie, c'è chi si lamenterà perchè un tassello fondamentale della saga di "Resident Evil" è stato perduto per sempre a causa di una stupida battaglia di marketing, avvenuta alla fine del secolo precedente, che ha impedito la giusta preservazione del titolo?
Quante volte ci siamo sentiti come il povero Guybrush, arraccando sulla spiaggia di un'isola sconosciuta? Il mondo ai nostri piedi, una miriade di scelte, e neanche un pezzo da otto per cominciare? Persi nell'oceano di possibilità del divertimento elettronico, armati solo di un lettore DVD, un collegamento internet, tanta voglia di imparare le basi necessarie, ma neanche un supporto per iniziare il percorso?
E' a quel punto che dentro di noi - inevitabilmente - si è fatto largo un desiderio primordiale, un'edeniaca volontà: quella di diventare un pirata.
Informatico.
Lo so, non vi aspettavate questa chiave di lettura.
Che la LucasArts intendesse o meno dare questo significato nascosto all'immortale "I wanna be a pirate" di "The Secret of Monkey Island" (a proposito, che aspettate a leggere il nuovo titanico articolo su "Fuga da Monkey Island"?) non ci è dato saperlo, ma è indubbio che molti capolavori del passato riescano a sopravvivere grazie al (ehm) fai da te.
Episodi di una stessa saga che escono prima su console Sega, poi che proseguono su Sony, poi che si trasferiscono su Nintendo, e infine che rivivono su PC... lo scenario è confuso e incontrollabile. Poveri noi.
L'essere umano è davvero scemo: non ha mai avuto rispetto per una forma d'arte giovane. Non ne conserva la storia.
Ed ecco che ci ritroviamo, oggi, pieni di mummie (che solo ora si sono risvegliate dal sonno letargico) che lamentano la perdita irreparabile di alcuni capolavori cinematografici di inizio '900, solo perchè sono rimasti a lungo attaccati ad un'idea distorta di preservazione.
Questo non vuole essere un inno alla pirateria, nè un'invettiva contro le assurde leggi sul diritto d'autore (semmai un'altra volta, ok?), ma semplicemente l'oggettiva constatazione che se oggi riusciamo a salvare qualcosa che appartiene alla storia dei videogiochi è merito (in parte) di alcuni mezzi non sempre ritenuti lecitissimi.
Noi possessori di PC siamo più fortunati, in questo senso: se possiamo rivedere i vecchi coin-op degli anni '80 è proprio grazie a provvidenziali emulatori (ammesso che riusciate a farli funzionare, ehm).
E domani? Quando i giochi per Wii non gireranno sulla nuovissima, potentissima e trendyssima console Nintendo Wiiiiiiiiiiiiiiiiii, che faremo? Nulla. Non possiamo che sperare negli emulatori, appunto.
Per fortuna, a volte esistono delle gradite eccezioni. Titoli di qualità che vengono trattati un po' meglio di altri.
La divisione italiana della Activision ha da pochi mesi ripubblicato molti classici LucasArts, riveduti e corretti per girare sui sistemi operativi odierni. Giochi di 10-15 anni fa che - incredibile? - qualcuno considera ancora degni di essere provati. (Adventure Game Shop è uno dei negozi online in cui potete acquistarli)
Il problema vero risiede nell'ottusità generale di non voler rispettare la storia perchè non c'è la lungimiranza necessaria per capire che abbiamo il dovere di preservare le opere di ingegno più meritevoli.
Sempre in ambito Lucas, l'invincibile Lucasdelirium (occhio alle nuove schede sui classici: attualizzate e rifinite) rappresenta uno dei baluardi fondamentali contro questa orda di ignoranza. L'approccio culturale-storico del sito è lucidissimo e rispettoso, e vi posso assicurare che - in campo videoludico - siti italiani del genere praticamente non esistono.
Ma ne avremmo bisogno, perchè forse siamo ancora in tempo.
Scommettiamo che fra 50 anni, quando i videogiochi saranno studiati alle scuole medie, c'è chi si lamenterà perchè un tassello fondamentale della saga di "Resident Evil" è stato perduto per sempre a causa di una stupida battaglia di marketing, avvenuta alla fine del secolo precedente, che ha impedito la giusta preservazione del titolo?

Commenti (3)
Presidente : e allora W LA PIRATERIA! E'una vita che lo dico...
Widya : Ciao Andrea,Siti web: io dico Facebook, all'inizio non lo sopportavo aedsso invece lo trovo interessante.Album non CC: Safari di JovanottiAlbum non CC : L'album dei Pornophonique da JamendoAcquisto dell'anno: iPhoneGiochi e Console: PS3 e Mirror's EdgeColgo l'occasione per farti i miei Sinceri Auguri di Buon Natale, Alessandro.
Sarah : Your answer lifts the ingnelitelce of the debate.