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20 Ottobre 2007
VIDEOGIOCHI E DIVERTIMENTO




Cos'è che ci fa divertire in un videogioco? Cos'è che ci prova effettivamente un piacere ludico?
Una risposta breve e semplicistica può essere: la possibilità di fare delle cose che nella vita reale non faremmo.
Sparare agli alieni, è divertente. Pilotare un aereo, è divertente. Fare un furto, è divertente. Correre in auto a 200 all'ora con tre prostitute al seguito, è divertente (ok, questo magari qualcuno di noi l'ha fatto davvero).

Il fun però si ramifica in molti altri punti, spesso a dir poco sottili e imprevedibili.
"The Sims" è un successo planetario, eppure non fa altro che riproporre le dinamiche della vita reale: è un 'simulatore di vita', sebbene stilizzato e reso più appetibile da molti fattori.
Le avventure grafiche e i puzzle game, invece, ci mettono di fronte a delle sfide intellettuali, spesso ardue e apparententemente poco divertenti, risolte le quali ci sentiamo appagati e soddisfatti.
O ancora, più semplicemente, molti videogiochi ci rendono protagonisti di una bella storia, e questo (quando avviene) per noi basta e avanza.

Ma che accade quando un gioco ci costringe ad azioni macchinose senza un obiettivo preciso se non quello di ripeterle da capo all'infinito? "Lost in Blue" (nuovo articolo) fa molto spesso sorgere questo interrogativo, perchè le azioni alla base del gioco, fondamentalmente, non sono particolarmente divertenti.
Per fortuna (come scritto dell'articolo), nell'avventura c'è anche altro, ma ciò non toglie valore al discorso: cos'è che davvero ci diverte? E, sopratutto, nel videogioco il divertimento è così fondamentale?
A voi, o a future occasioni, le ardue risposte.






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