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28 Febbraio 2008
IL PASSO SUCCESSIVO AL FOTOREALISMO



In principio, era il wireframe: lo stile minimalista della realtà virtuale in film futuristici come "Il Tagliaerbe" (1992) lasciava intendere che la grafica elaborata dai PC si sarebbe mossa verso quella direzione. Poi, il mondo restava a bocca aperta con i dinosauri di "Jurassic Park" (1993). "Sembrano veri", si diceva.
La computer graphic applicata al cinema ha seguito la sua evoluzione, fino al primo co-protagonista virtuale (Jar Jar di "Star Wars - Episodio I - La Minaccia Fantasma", 1999), e "Final Fantasy - The Spirits Within" (2001), primo vero lungometraggio con personaggi umani interamente realizzato in CG. Dopo aver sgranato gli occhi per una decina di minuti, però, lo spettatore iniziava a non far più caso ai prodigi tecnologici, concentrandosi sulla (poca, almeno nel caso di "Final Fantasy") sostanza.
Fra molti esercizi di stile fini a loro stessi (molto spesso 'made in Hollywood') e pochi esempi riusciti (il sensuale e spettacolare corto "Final Flight of the Osiris" degli Animatrix, 2003), la CG ha seguito la sua evoluzione fino allo stato attuale, in cui il fotorealismo è utilizzato in gran parte per non essere percepito (per esempio con gli stunt digitali), e la tecnologia è spesso adoperata in modo stilisticamente alternativo (i lungometraggi Pixar).

I videogiochi, necessitando sopratutto di una grafica real-time, partivano con un sostanzioso gap rispetto alla CG precalcolata vista al cinema. Dopo aver a lungo coperto con mille trucchi il suo svantaggio, il videogioco ha recuperato oggi gran parte del terreno che lo divideva dal cinema, e la prova è l'incredibile demo della Nvidia che potete ammirare in alto. Si può ormai dire che il fotorealismo sia stato particamente raggiunto.

Quale sarà il passo successivo al fotorealismo?
Quasi raggiunta la chimera della 'replica della realtà', gli sforzi si sono concentrati sopratutto sul perfezionamento della fisica (quasi a giustificare i potentissimi hardware che spuntano fuori a ritmo continuo), continuando comunque a inseguire l'ossessione del fotorealismo.
Siamo inondati da videogiochi che replicano i modelli umani: titoli che fra cinque anni saranno visimamente sorpassati, ma che sul momento fanno la differenza in termine di vendite e di numero di occhi sgranati.
Ma, una volta che lo standard qualitativo si sarà ormai stabilizzato, una volta che il fotorealismo apparirà quasi scontato, cosa si inventeranno gli autori? Cosa gli resterà?

Il cinema c'è già passato, la sua lezione è preziosa (prima ancora che con la CG, è accaduto con il colore e il sonoro), e gli autori videoludici più dritti l'hanno capito già da tempo (come Tim Schafer con "Grim Fandango" prima e "Psychonauts" poi): si penserà allo stile. Non spariranno le riproduzioni realistiche, sia chiaro, ma si punterà perlopiù a un'impronta autonoma, precisa e personale. Ancora una volta, quindi, dopo aver ostentato al massimo la tecnologia, si comprenderà la sua vera funzione di mezzo, e la si adopererà con saggezza. Come sfondo.

Forse già conosciamo quale sarà il passo successivo al fotorealismo: un passo indietro.








Commenti (3)

GNUPICK'S MUCH OLDER COUSIN(tm) : Nella mia mente, TRON è perfettamente realista. Sono sicuro che il programma che avvia il CORNER ha il tuo volto, caro cugino.


asvi : Mmm... sarebbe straordinario se questo "passo indietro" avvenisse davvero, ma probabilmente il progresso tecnologico non si fermerà, una volta raggiunto il fotorealismo perfetto... sulla superfice di un monitor!
Il prossimo passo sarà probabilmente la ricerca di un coinvolgimento ancora maggiore, e quindi di una maggiore interazione sensoriale: i primi caschetti che leggono le onde cerebrali, per capire quando una determinata azione viene pensata dal giocatore e far corrispondere la conseguente azione nel videogioco, si stanno affacciando. I primi prototipi di realtà virtuale sembrano sempre più vicini e, concedimi l'esagerazione, The Matrix è il traguardo finale ideale.


Gnupick : No, io non credo che il progresso tecnologico si fermerà, dico solo che quando una tecnologia viene 'assorbita', allora la si usa finalmente al meglio. Poi ne arrivano altre 100, d'accordo, ma ciò non toglie che intanto si possa gestire, lavorare al meglio con le tecnologie già mature e rodate. Penso che la realtà virtuale prima o poi vedrà la luce e sarà adoperata, ma parliamo sempre di una ramificazione del tutto... quello che 'concettualmente' c'è oggi non sparirà, così come non sono sparite le console da tavolo con l'avvento di quelle portatili.
D'altra parte, la tecnologia 'di richiamo' ci sarà sempre e dubito che esisterà mai un traguardo finale. Ma è giusto così, imho.





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