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03 Aprile 2008
NOI VIDEOGIOCATORI SIAMO ABITUATI MALE (E BIOSHOCK NON E' BELLO)
Seguo gli sparatutto in soggettiva (i cosiddetti "FPS") fin dalla loro origine ("Wolfenstein 3D") e, pur non amando particolarmente il genere, ho seguito tutte le tappe principali e ho apprezzato diversi titoli. Ho quindi atteso di poter provare "Bioshock" con grande ottimismo, avendo letto in giro commenti esaltati e avendo anche fatto caso alla sua incetta di premi (fra cui 'gioco dell'anno').
Finalmente l'ho giocato.
"Bioshock" possiede un comparto tecnico eccellente, rari bug (comunque ininfluenti), grafica maestosa e solida, gameplay semplice ed efficace, controlli immediati, sonoro di altissimo livello (il tanto idolatrato doppiaggio in italiano è in effetti uno dei migliori che abbia mai ascoltato in un videogioco), longevità decisamente rilevante (che è stata addirittura criticata: beh, se potete permettervi di spendere oltre 25 ore per un solo videogioco, allora vi invidio moltissimo) e, sopratutto, un'atmosfera anni '50 molto particolare e praticamente inedita, teatro di una civiltà distopica sottomarina che regala non solo paesaggi mozzafiato, ma anche spunti narrativi più ambiziosi della media.
Tutto al posto giusto, quindi? Sì.
Capolavoro? ...No.
Non è per fare il bastian contrario a tutti i costi o lo snob estremista, davvero, ma "Bioshock" mi ha condotto a una riflessione particolare.
Perchè, nonostante i suoi pregi, non riesco a unirmi al coro di giubilo dei fan, delle riviste specializzate, delle varie giurie (e avrei voluto tanto: ero partito con le migliori premesse)? Perchè ho visto fioccare voti come 9.5, 10, mentre sul Corner avrebbe solo sfiorato l'8 (per quanto sia un ottimo voto secondo la mia stitica scala)?
Penso che "Bioshock" sia un titolo che renda evidente la dolorosa realtà secondo cui noi videogiocatori siamo abituati male. Pur avendo 'tutto al posto giusto', infatti, il prodotto dei 2K Games a mio avviso soffre di una scarsezza generale di ispirazione, quel quid che, anche quando si tratta di un gioco globalmente imperfetto, riesca a rendere l'esperienza unica.
"Bioshock", a parte tre o quattro momenti molto riusciti (come la spettacolare intro che potete vedere nel video sopra), non emoziona davvero, è come un virtuosismo musicale senz'anima. Che m'importa di avere 200 modi diversi di uccidere un nemico ('plasmidi' compresi, termine usato per mascherare le classiche 'magie' da gdr, già viste perfino in un ibrido come "Dark Messiah - Might & Magic"), se poi non c'è altrettanta varietà al di fuori del combattimento fine a se stesso? Perchè devo seguire la trama attraverso freddi audiodiari (espediente utilizzato da molte avventure grafiche, ma converrete con me che con un ritmo da FPS è difficile mantenere l'attenzione su ciò che si ascolta mentre siamo assaliti da orde di nemici), o uccidere meccanicamente nemici sempre uguali? Come può appassionarmi il famoso 'dilemma morale' del salvare o meno le Sorelline, se poi a conti fatti è assai banale e stilizzato?
"Bioshock non è una 'cazzatona' votata al pure fun come il bellissimo ma diversissimo "Call of Duty 4 - Modern Warfare", ma si fregia di essere profondo, ricco di dettagli, emozionante. A quel punto, allora, sono io che mi aspetto di più.
Eppure, è acclamatissimo in ogni dove.
E' possibile che, per noi videogiocatori, i (numerosi, chiariamoci) pregi di "Bioshock (grafica, sonoro, gameplay, ambientazione), i fattori positivi che dovrebbero avere tutti (o quasi) i videogiochi di oggi, siano talmente rari da farci perdere di vista di ciò che va al di là (nel caso di "Bioshock", ben poco) di tale pacchetto?
Credo proprio che siamo abituati male. Il miglior gioco, per noi, non è quello bello, ma quello fatto bene. Siamo abituati a giochi pieni di errori, dimenticanze, bug, indecisioni e scarsa cura, e allora basta un "Bioshock" per inneggiare al capolavoro. Tutto il resto, come si dice, è hype (vedere su Giochi per il mio Computer ben 10 pagine dedicate a un solo gioco fa un po' sospettare...).
No, mi spiace, siamo molto lontani. La cura profusa in "Bioshock" dovrebbe essere la norma, nei videogiochi (almeno in quelli iper finanziati), e non l'eccezione. Finché non si arriverà a questo, sarà difficile guardare oltre la pellicola.
Seguo gli sparatutto in soggettiva (i cosiddetti "FPS") fin dalla loro origine ("Wolfenstein 3D") e, pur non amando particolarmente il genere, ho seguito tutte le tappe principali e ho apprezzato diversi titoli. Ho quindi atteso di poter provare "Bioshock" con grande ottimismo, avendo letto in giro commenti esaltati e avendo anche fatto caso alla sua incetta di premi (fra cui 'gioco dell'anno').
Finalmente l'ho giocato.
"Bioshock" possiede un comparto tecnico eccellente, rari bug (comunque ininfluenti), grafica maestosa e solida, gameplay semplice ed efficace, controlli immediati, sonoro di altissimo livello (il tanto idolatrato doppiaggio in italiano è in effetti uno dei migliori che abbia mai ascoltato in un videogioco), longevità decisamente rilevante (che è stata addirittura criticata: beh, se potete permettervi di spendere oltre 25 ore per un solo videogioco, allora vi invidio moltissimo) e, sopratutto, un'atmosfera anni '50 molto particolare e praticamente inedita, teatro di una civiltà distopica sottomarina che regala non solo paesaggi mozzafiato, ma anche spunti narrativi più ambiziosi della media.
Tutto al posto giusto, quindi? Sì.
Capolavoro? ...No.
Non è per fare il bastian contrario a tutti i costi o lo snob estremista, davvero, ma "Bioshock" mi ha condotto a una riflessione particolare.
Perchè, nonostante i suoi pregi, non riesco a unirmi al coro di giubilo dei fan, delle riviste specializzate, delle varie giurie (e avrei voluto tanto: ero partito con le migliori premesse)? Perchè ho visto fioccare voti come 9.5, 10, mentre sul Corner avrebbe solo sfiorato l'8 (per quanto sia un ottimo voto secondo la mia stitica scala)?
Penso che "Bioshock" sia un titolo che renda evidente la dolorosa realtà secondo cui noi videogiocatori siamo abituati male. Pur avendo 'tutto al posto giusto', infatti, il prodotto dei 2K Games a mio avviso soffre di una scarsezza generale di ispirazione, quel quid che, anche quando si tratta di un gioco globalmente imperfetto, riesca a rendere l'esperienza unica.
"Bioshock", a parte tre o quattro momenti molto riusciti (come la spettacolare intro che potete vedere nel video sopra), non emoziona davvero, è come un virtuosismo musicale senz'anima. Che m'importa di avere 200 modi diversi di uccidere un nemico ('plasmidi' compresi, termine usato per mascherare le classiche 'magie' da gdr, già viste perfino in un ibrido come "Dark Messiah - Might & Magic"), se poi non c'è altrettanta varietà al di fuori del combattimento fine a se stesso? Perchè devo seguire la trama attraverso freddi audiodiari (espediente utilizzato da molte avventure grafiche, ma converrete con me che con un ritmo da FPS è difficile mantenere l'attenzione su ciò che si ascolta mentre siamo assaliti da orde di nemici), o uccidere meccanicamente nemici sempre uguali? Come può appassionarmi il famoso 'dilemma morale' del salvare o meno le Sorelline, se poi a conti fatti è assai banale e stilizzato?
"Bioshock non è una 'cazzatona' votata al pure fun come il bellissimo ma diversissimo "Call of Duty 4 - Modern Warfare", ma si fregia di essere profondo, ricco di dettagli, emozionante. A quel punto, allora, sono io che mi aspetto di più.
Eppure, è acclamatissimo in ogni dove.
E' possibile che, per noi videogiocatori, i (numerosi, chiariamoci) pregi di "Bioshock (grafica, sonoro, gameplay, ambientazione), i fattori positivi che dovrebbero avere tutti (o quasi) i videogiochi di oggi, siano talmente rari da farci perdere di vista di ciò che va al di là (nel caso di "Bioshock", ben poco) di tale pacchetto?
Credo proprio che siamo abituati male. Il miglior gioco, per noi, non è quello bello, ma quello fatto bene. Siamo abituati a giochi pieni di errori, dimenticanze, bug, indecisioni e scarsa cura, e allora basta un "Bioshock" per inneggiare al capolavoro. Tutto il resto, come si dice, è hype (vedere su Giochi per il mio Computer ben 10 pagine dedicate a un solo gioco fa un po' sospettare...).
No, mi spiace, siamo molto lontani. La cura profusa in "Bioshock" dovrebbe essere la norma, nei videogiochi (almeno in quelli iper finanziati), e non l'eccezione. Finché non si arriverà a questo, sarà difficile guardare oltre la pellicola.
