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23 Maggio 2008
LA BUONA MULTIMEDIALITA'
Si parla spesso dell'unione fra cinema e videogiochi. A mio avviso, però, è più interessante il discorso della multimedialità.
Oltre a conservare le particolarità e le caratteristiche dei vari media, la multimedialità permette una confluenza - a mio parere - piuttosto intrigante per chi è solito saltare con disinvoltura da un mezzo e l'altro.
Un progetto multimediale ideale dovrebbe raccontare una storia cercando di dare sempre qualcosa in più o di diverso rispetto al medium 'base', e sfruttando le particolarità di ognuno di essi.
I tentativi lucasiani, per esempio, non rappresentano i modelli migliori. "Indiana Jones and The Fate of Atlantis" - più i vari seguiti action - possono essere considerati ufficiali ma, non possedendo la supervisione degli autori della saga cinematografica, risultano essere stregua dei romanzi, ovvero delle storie che portano il marchio della saga senza però dare la reale impressione che siano tutt'uno con essa.
Anche "Star Wars - Shadows of the Empire" non è particolarmente appagante. Pur avendo realizzato un fumetto, un romanzo, un videogioco e perfino un'intera colonna sonora, il progetto multimediale non sfruttava appieno le sue potenzialità, limitandosi a raccontare la stessa storia in modi diversi.
Molto più accurato il progetto "Matrix", supervisionato dai Wachowsky stessi per l'uscita di "Matrix Reloaded". Si potevano seguire side stories o prequel grazie agli "Animatrix", poi vedere il film, e infine giocare a "Enter The Matrix" nei panni di Niobe. In pratica, si assistiva alla stessa storia raccontata da punti di vista diversi, ma convergenti in più occasioni. Non era una ficata?
Altri esempi: l'anime prequel di "The Chronicles of Riddick", il futuro "Batman: Gotham Night", prequel di "The Dark Night", o la "Lost Experience", parallela alla serie "Lost".
"Stranglehold", da questo punto di vista, è una semi-occasione mancata. Sulla carta dovrebbe essere il seguito ufficiale del film "Hard Boiled" (di cui potete vedere il fighettosissimo trailer proprio in alto), ma in realtà (come potete leggere nel nuovo articolo) non sfrutta appieno questa possibilità, risultando non così diverso da un "Indiana Jones" qualsiasi.
Però, non sarebbe bello se sempre più autori (avendone la possibilità, ovviamente) ricompensassero lo spettatore fedele e multimediale con una compenetrazione ben costruita? D'altra parte, nell'era di Internet, le occasioni non mancano di certo.
Si parla spesso dell'unione fra cinema e videogiochi. A mio avviso, però, è più interessante il discorso della multimedialità.
Oltre a conservare le particolarità e le caratteristiche dei vari media, la multimedialità permette una confluenza - a mio parere - piuttosto intrigante per chi è solito saltare con disinvoltura da un mezzo e l'altro.
Un progetto multimediale ideale dovrebbe raccontare una storia cercando di dare sempre qualcosa in più o di diverso rispetto al medium 'base', e sfruttando le particolarità di ognuno di essi.
I tentativi lucasiani, per esempio, non rappresentano i modelli migliori. "Indiana Jones and The Fate of Atlantis" - più i vari seguiti action - possono essere considerati ufficiali ma, non possedendo la supervisione degli autori della saga cinematografica, risultano essere stregua dei romanzi, ovvero delle storie che portano il marchio della saga senza però dare la reale impressione che siano tutt'uno con essa.
Anche "Star Wars - Shadows of the Empire" non è particolarmente appagante. Pur avendo realizzato un fumetto, un romanzo, un videogioco e perfino un'intera colonna sonora, il progetto multimediale non sfruttava appieno le sue potenzialità, limitandosi a raccontare la stessa storia in modi diversi.
Molto più accurato il progetto "Matrix", supervisionato dai Wachowsky stessi per l'uscita di "Matrix Reloaded". Si potevano seguire side stories o prequel grazie agli "Animatrix", poi vedere il film, e infine giocare a "Enter The Matrix" nei panni di Niobe. In pratica, si assistiva alla stessa storia raccontata da punti di vista diversi, ma convergenti in più occasioni. Non era una ficata?
Altri esempi: l'anime prequel di "The Chronicles of Riddick", il futuro "Batman: Gotham Night", prequel di "The Dark Night", o la "Lost Experience", parallela alla serie "Lost".
"Stranglehold", da questo punto di vista, è una semi-occasione mancata. Sulla carta dovrebbe essere il seguito ufficiale del film "Hard Boiled" (di cui potete vedere il fighettosissimo trailer proprio in alto), ma in realtà (come potete leggere nel nuovo articolo) non sfrutta appieno questa possibilità, risultando non così diverso da un "Indiana Jones" qualsiasi.
Però, non sarebbe bello se sempre più autori (avendone la possibilità, ovviamente) ricompensassero lo spettatore fedele e multimediale con una compenetrazione ben costruita? D'altra parte, nell'era di Internet, le occasioni non mancano di certo.
