Home Page » Editoriali » IL CASO UMANO VIRTUALE #1: UWE BOLL
02 Giugno 2008
IL CASO UMANO VIRTUALE #1: UWE BOLL





Vi starete chiedendo chi sia questo tipo che, con aria di chi la sa lunga, sorride alla camera mascherando uno sguardo temibile. Ve lo dirò: è l'uomo mandato dal destino per inaugurare la nuova rubrica "CASI UMANI VIRTUALI". Come cominciare al meglio, se non trattando del Caso Umano dei Casi Umani Virtuali?

Mi riferisco, naturalmente, a Uwe Boll, un organismo nato in quel di Wermelskirchen (Germania) nel 1965.

Ragazzi, mi rendo conto che parlar male del regista teutonico più odiato dai videogiocatori sia ormai uno sport mondiale, quindi cercherò di andarci piano, raccontando perlopiù i fatti (se volete di più, acquistate il The Games Machine Speciale Videogiochi Horror, è ancora in edicola!).
In realtà, noi italiani non abbiamo poi granchè da criticare, poichè sono ben pochi i film di Boll editi dalle nostre parti: "House of the Dead", "Alone in the Dark" e "Sanctimony". Ora, se del terzo non ho mai sentito parlare, ho purtroppo visto i primi due. Riguardo l'ingiustificabile "House of the Dead" c'è ben poco da dire (Boll è anche il produttore del bruttissimo seguito, ma, nonostante l'impegno, il nuovo regista non ha saputo fare peggio di lui), però "Alone in the Dark" a mio avviso non è il disastro che si legge in giro: cioè, chiariamoci, è abbastanza insulso e generalmente risibile, ma il suo vero difetto sta nel fatto che porta un marchio storico e lo calpesta più volte e senza pietà, risultando quindi ancora peggiore di ciò che in realtà è (sicuramente uno come Sam Raimi sarebbe stato più indicato per rappresentare un'ambientazione che richiamasse quelle dello scrittore americano [aehm] Lovecraft).
Ma giustificare il suo 'lavoro' è tempo perso: quando si prova a farlo, infatti, ecco che appare una furiosa intervista allo sceneggiatore del film (a suo dire, Uwe l'ha bocciata per motivazioni sullo stile di "Non ci sono abbastanza inseguimenti in auto"), che racconta come Boll abbia modificato la sceneggiatura originale facendo di essa la bruttura che è infine risultata.

In ogni caso, il dr Boll (gli piace tanto essere chiamato così, in virtù della sua laurea in letteratura) detiene l'ambitissimo record di vantare ben quattro suoi film fra le 100 peggiori pellicole di tutti i tempi secondo IMDB (volete sapere il più cattivo in assoluto? E' PROPRIO IL NOSTRO CAPOLAVORO: ANDIAMONE FIERI!).

Le critiche l'hanno stroncato così tanto che ha deciso di sfidare a viso aperto i suoi più feroci detrattori (quattro blogger in tutto), organizzando un regolare incontro di pugilato. Il risultato? I poveretti sono stati mazzuliati in pochi secondi, cadendo giù uno a uno come birilli. Ah già, Uwe non aveva detto di essere stato boxer a livello agonistico, ma si trattava di un dettaglino di poco conto, no? Le riprese dell'incontro le ha poi riutilizzate per il suo "Postal". Come si dice, unire l'utile al dilettevole.

Quindi Uwe non demorde, e dopo essersi fatto odiare dai fan di due saghe storiche, ci riprova facendosi detestare dagli appassionati di "Bloodrayne" (il terzo film è attualmente in postproduzione), "Postal", "Far Cry" e "Dungeon Siege". Si è anche interessato a "World of Warcraft" e perfino a "Metal Gear Solid", ma i proprietari dei diritti si sono dimostrati - gentilmente - non intenzionati a lasciargli dirigere le trasposizioni dei loro giochi, con risposte come "Non è nostra intenzione vendere la licenza, specialmente a Lei" (meravigliosa la reazione di Uwe per "World of Warcraft": "Forse temono che un film brutto possa rovinare il franchise". Ma allora lo ammette!).

Ma non sarà certo quel puzzone di Kojima a fermarlo, e quindi Uwe continua imperterrito a sfornare film dal budget medio-alto, snocciolando presenze incredibili fra il cast (Christian Slater, Jurgen Prochnow, John Rhys-Davis, Claire Forlani, Ron Perlman, Kristanna Loken, Billy Zane, Michelle Rodgriguez, Michael Madsen [!], Ray Liotta [!!]).
Se si pensa che, sul fronte degli incassi, i film di Boll sono sempre in perdita, viene da chiedersi chi sia quel folle che lo finanzia.
La risposta è semplice: lo stat... ehm, se stesso. Il furbetto ha infatti beccato una particolare forma di tax shelter tedesca, sfruttandola a suo favore: secondo la legge, se il film ha successo, l'investitore è tenuto a pagare solo le tasse dei profitti; ma se il film non riesce a raccogliere abbastanza per pareggiare le spese, è possibile detrarre dalle tasse tutte le spese di produzione.
Dopo questo raggiro degno del miglior italiano, la Crucconia non è rimasta in silenzio e ha prontamente (si fa per dire: la reazione non è stata esattamente felina) modificato la legge.
Boll ha però rassicurato i suoi 'fan' (?) affermando che almeno tre film fossero al sicuro (una minaccia?), e che in futuro avrebbe continuato con prodotti indipendenti a basso budget.

Nulla sembra fermare l'avanzata del nostro eroe, molto vicino al raggiungimento del rango di divinità. Ma quel punto entra in gioco l'ultima linea di difesa contro la morte del cinema, ovvero gli internauti, che prima hackerano il suo sito ufficiale (un solo messaggio in home: "La imploriamo di smettere di fare film") e poi organizzano una petizione per farlo andare in pensione. Uwe ritorna a farsi vivo, dichiarando (in una delle sue celebri interviste scazzate, come questa) che solo un milione di firme l'avrebbe convinto a ritirarsi.
La petizione quindi diventa ancora più famosa, e attualmente raggiunge quasi 300.000 firme. Boll, risentito da ciò, si fa vedere sul canale Youtube del portale Movieset (in cui fa quello che gli pare polemizzando su qualsiasi cosa, un po' come l'idolo locale Pino Scotto [a proposito: Pino adottami!]) scommettendo che una petizione a suo favore avrebbe raggiunto facilmente il milione di firme, e insultando un po' di gente qua e là, fra cui i firmatari della petizione against Boll, le pellicole 'di critica sociale sullo stile delle stronzate di George Clooney' e, infine, senza apparente motivo, Eli Roth e Michael Bay.
Bay (anch'egli non proprio il regista più sopraffino del mondo, eh) risponde pacatamente che non gliene può fregare di meno degli insulti del nostro paladino. Sentendosi in qualche modo ignorato, Uwe rincara la dose, sfidando Bay in un altro epico scontro sul ring.
Michael, se sei furbo, rifiuta.

A un certo punto, quindi, appare evidente come il personaggio abbia preso il posto del regista: infatti, ormai si parla più delle sue uscite spocchiose che dei suoi film. E lui naturalmente ci marcia alla grande.

Ma, ehy, a proposito del suo 'lavoro' come regista, il fil rouge delle critiche ai suoi nuovi film è da sempre 'E' meno brutto del precedente'.
Quindi Uwe sta migliorando? Sembrerebbe di sì. Di "Postal", per esempio, non se ne parla così male... anzi, molti l'hanno reputata una discreta commedia satirica.
In altre parole, Uwe potrà anche essere un regista mediocre, ma, probabilmente, è spesso mal giudicato: la crescita (almeno stilistica) sembrerebbe esserci, ma le critiche e il pubblico non rispondono più di tanto, probabilmente a causa della sua 'fama' e dei suoi modi di fare.

In effetti, la voce che Uwe fosse in realtà una reincarnazione di Ed Wood s'è palesata più volte. Certo, i personaggi che continuando ad andare avanti a testa bassa contro tutto e tutti fanno simpatia. Ciò che però distingue i due registi è un sincero amore per il cinema da parte del compianto Ed, in risposta a una totale strafottenza da parte di Uwe, sempre arrogante e duro in ogni sua comparsata.

Ma questo non gli ha impedito di essere in qualche modo amato da una - pur ristretta - cerchia, fra cui figura il sottoscritto, che ovviamente farà a pugni (non con lui, però, per carità) per vedere "BloodRayne" e "Postal" (in uscita in Italia proprio in questo mese).

Nè gli ha proibito di essere incoronato indiscusso Caso Umano dei Casi Umani Virtuali secondo lo Gnupick's Corner.
Vai Uwe, sono con te: i prossimi "Casi Umani Virtuali" non saranno nulla in confronto a te. Male che vada, organizza un incontro di boxe contro gli altri Casi, così sarai certo di mantenere il primato. Voto "CASO UMANO VIRTUALE": 5 su 5

La citazione:
Uwe: "Dovete svegliarvi e comprendere ciò che in realtà sono: l'unico genio all'interno del business cinematografico. Addio"






Commenti (1)

Diduz : Prima che scoppiasse "il caso" non avevo alcun interesse a vedere un film di Uwe Boll.
Adesso...
....nemmeno.




Scrivi un Commento


Nome

Messaggio


Codice di Sicurezza:


Digita il Codice di Sicurezza: