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02 Agosto 2008
IL VIDEOGIOCO E' FREDDO
Il sociologo Marshall McLuhan direbbe che il videogioco è un medium decisamente freddo: ovvero, è un mezzo che richiede altissima partecipazione da parte del fruitore. Questo continuo scambio fra le due parti è talmente elevato che non ha precedenti nella storia, e può essere emotivamente e contenusticamente molto forte. E' proprio a causa di questa inedita forza (unita anche al vociare di certa stampa generalista) che, nel momento in cui gran parte degli autori e produttori si tengono a distanza di sicurezza da certi temi, si nota l'immaturità stessa del videogioco in quanto mezzo.
"Undercover - Operation Wintersun" (nuovo!) è un buon esempio di avventura dalle tematiche potenzialmente profonde e atipiche (almeno nel caso di un videogioco d'avventura), realizzato però in modo tale da confondersi al banale, ma rassicurante, piattume generale.
A questo punto, mi tocca ricitare piacevolmente il buon Metalmark, che ha lanciato sul suo blog una provocazione: 'Giochereste un gioco ambientato nella seconda guerra mondiale nei panni di un nazista, costretto a commettere gli orrori più atroci?'. L'argomento è stato sviscerato a dovere (e ho partecipato anche io, gh!), quindi non mi sento di aggiungere molto altro, almeno in questa sede. Dateci un'occhiata, perchè ne vale la pena.
Informazione di servizio. A proposito di nazismo, a fronte di una recente mancanza di automoderazione da parte di certi soggetti, mi trovo costretto a porre una nuove regoletta al Corner: da questo momento, qualsiasi messaggio ritenuto (dal sottoscritto) offensivo, volgare o esageratamente gratuito, sarà barbaramente cancellato. Speravo di poter gestire il sito lasciando la totale libertà ai visitatori, ma evidentemente questo non è possibile: purtroppo l'anarchia non funziona, e questo posto non è Usenet. Qui potete criticare quanto volete (possibilmente argomentando e cercando di scrivere in un italiano comprensibile), ma cercate di agire secondo le regole del rispetto e del buon senso. Insomma, facit' e brav. Grazie a tutti.
Il sociologo Marshall McLuhan direbbe che il videogioco è un medium decisamente freddo: ovvero, è un mezzo che richiede altissima partecipazione da parte del fruitore. Questo continuo scambio fra le due parti è talmente elevato che non ha precedenti nella storia, e può essere emotivamente e contenusticamente molto forte. E' proprio a causa di questa inedita forza (unita anche al vociare di certa stampa generalista) che, nel momento in cui gran parte degli autori e produttori si tengono a distanza di sicurezza da certi temi, si nota l'immaturità stessa del videogioco in quanto mezzo.
"Undercover - Operation Wintersun" (nuovo!) è un buon esempio di avventura dalle tematiche potenzialmente profonde e atipiche (almeno nel caso di un videogioco d'avventura), realizzato però in modo tale da confondersi al banale, ma rassicurante, piattume generale.
A questo punto, mi tocca ricitare piacevolmente il buon Metalmark, che ha lanciato sul suo blog una provocazione: 'Giochereste un gioco ambientato nella seconda guerra mondiale nei panni di un nazista, costretto a commettere gli orrori più atroci?'. L'argomento è stato sviscerato a dovere (e ho partecipato anche io, gh!), quindi non mi sento di aggiungere molto altro, almeno in questa sede. Dateci un'occhiata, perchè ne vale la pena.
Informazione di servizio. A proposito di nazismo, a fronte di una recente mancanza di automoderazione da parte di certi soggetti, mi trovo costretto a porre una nuove regoletta al Corner: da questo momento, qualsiasi messaggio ritenuto (dal sottoscritto) offensivo, volgare o esageratamente gratuito, sarà barbaramente cancellato. Speravo di poter gestire il sito lasciando la totale libertà ai visitatori, ma evidentemente questo non è possibile: purtroppo l'anarchia non funziona, e questo posto non è Usenet. Qui potete criticare quanto volete (possibilmente argomentando e cercando di scrivere in un italiano comprensibile), ma cercate di agire secondo le regole del rispetto e del buon senso. Insomma, facit' e brav. Grazie a tutti.
