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28 Marzo 2009
COME REALIZZARE UN'AVVENTURA GRAFICA - PARTE 1 - NASCERE IMPARATI





L'avventura grafica è, probabilmente, il genere videoludico più narrativo che esista. E' quindi necessario per chi voglia imbarcarsi in un progetto del genere (ammesso che voglia esserne autore unico o co-autore) avere in mente una storia, una visione o, almeno, un 'mood' preciso. Secondo la mia esperienza, può essere avventato e perfino stupido improvvisarsi autori dall'oggi al domani, nel tentativo di concretizzare tale visione. Intraprendere un progetto videoludico è ben più lungo e complesso che elaborare mentalmente delle scene, appuntare due righe o disegnare degli schizzi. Ed è per questo che credo che il lavoro cominci prima che il vero lavoro cominci.

Aspettarsi di realizzare il proprio progetto senza le basi 'autoriali' necessarie può essere un errore. Può invece essere utile cominciare a 'fare esperienza', volare bassi, cercare di fissare le basi che, credetemi, diventano utilissime - se non vitali - quando la 'produzione' è in corso.
Come si può fare?

1) Si scrive. Tutti - anche i più grandi - sono destinati a ricevere tante porte in faccia, a veder sfumare i propri sogni e a rinunciare a tanti progetti. Ma niente si cestina: piuttosto, si mette in un cassetto. Scrivere soggetti può essere sicuramente un buon allenamento per stabilire le 'idee di partenza' per una futura avventura grafica.
Ma può non bastare. La cosa migliore potrebbe essere provare a sviluppare storie in modo autonomo (possibilmente brevi), di genere diverso e slegate dal mondo videoludico, poichè il tipo di insegnamento che si acquisisce con la pratica è insostituibile. Imparare a districarsi non solo nel lessico ma soprattutto nella costruzione di una storia è assolutamente prioritario, e l'unico modo per acquisire questa abilità è mettersi in gioco e, ovviamente, esporsi alla berlina, essere preparati a tante critiche negative. Occhio, però, perchè non basta saper scrivere, ma è davvero importante tentare di cogliere i giusti meccanismi narrativi, quelli che 'funzionano' in una storia, poichè l'avventura grafica non è solo plot, ma è anche sceneggiatura, evoluzione, intreccio.
Insomma, scrivere scrivere e ancora scrivere. Molta roba verrà messa da parte, ma è normale e non c'è niente da vergognarsi: anche un soggetto sperduto in qualche anfratto del vostro PC, fra un videogioco amatoriale e un video sexy, vi avrà certamente insegnato qualcosa. Perfino quelli che avrete letto solo voi.

2) Si cerca di acquisire l'occhio critico. Mai rilassarsi, mai perdere la concentrazione. Videogiocare il più possibile, comprendere perchè un aspetto funziona e perchè un altro invece non va. Imparare a riflettere sul come si potrebbe rendere bello ciò che non lo è.
Poichè parliamo di un'avventura grafica, anche altri media narrativi possono risultare utili: cinema, letteratura, teatro... perfino uno show comico alla tv, un reality, una chat o uno speech universitario. Le ispirazioni possono giungere dalle fonti più impreviste, basta stare attenti. E se si sfiora l'ossessione non c'è niente di strano: un dentista ha già fotografato la tua bocca ancora prima di stringerti la mano, anche se è ben lontano dallo studio o se in quel momento è in vacanza.
La torre d'avorio, in cui l'autore è isolato dal mondo, ha fondamenta troppo fragili. Gli spunti sono invece là fuori, ovunque, anche nella vita di tutti i giorni, che sia la propria o quella di altri. Il racconto non ha niente a che vedere col protagonismo: piuttosto, è mettersi da parte, è percezione, è ascolto.


Imparare ad assumere questi due 'stati mentali' può essere il primo passo importante. Siamo pronti, ora, a sviluppare la nostra avventura grafica? Neanche per sogno, ma ne parleremo un'altra volta :) .




P.S. "Grey's Anatomy - The Video Game" è fra noi!






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