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22 Gennaio 2011
GAMEOLOGY CHIUDE




Filippo Piletta Massaro, autore e conduttore di Gameology, ha annunciato su Facebook la chiusura del programma: il motivo ufficiale è stato indicato nel passaggio di C6.tv al digitale terrestre. In ragione del fatto che esistono modi alternativi per trasmettere da web e in forma gratuita (diretta inclusa), la causa sembra quasi suonare come un pretesto per chiudere un progetto probabilmente troppo estenuante e impegnativo.
Premesso che sono molto dispiaciuto di questa decisione, poiché come ho avuto modo di dire in passato Gameology rappresentava effettivamente qualcosa di diverso dal solito, è giunto anche per me il momento di tirare le somme, concentrandomi questa volta sugli aspetti meno riusciti:

- Gameology si rivolgeva al target sbagliato. Una grossa fetta di pubblico, infatti, sembrava costituita da 'ragazzotti' molto giovani più interessati a guardare il gioco che a discuterne 'filosoficamente'. Sul web non è poi così difficile imbattersi in chi cerca di analizzare il videogioco da punti di vista diversi dalla solita recensione, ma l'approccio più adulto e, forse, più complesso, richiede un pubblico più consapevole, ed è bene piantare il seme dello spam nei luoghi più consoni.
Non può infatti aver aiutato Farenz come 'sponsor' del programma: il suo blog, pieno di commenti di tipo dissacrante sullo stile dell'Angry Video Game Nerd, è quanto di più lontano possa esistere dal Gameology style. Laddove Farenz è votato alla risata e al massacro del prodotto analizzato, facendo anche uso di linguaggio diretto e scurrile, Filippo cercava invece di trattare ogni titolo con rispetto, tentando di trovare punti di interesse (non sempre positivi) in ognuno. Pubblico troppo diverso: probabilmente la gente 'portata' da Farenz era quella inadatta.

- L'insistenza con cui venivano presentati giochi che si adattavano male al concept del programma l'ha infine un po' danneggiato. Mostrare ogni volta il nuovo "Guitar Hero", riproporre il solito confronto Fifa/Pro Evolution Soccer e discutere sull'ennesimo gioco di guida (tutti generi che, appunto, Filippo digerisce poco) ha manifestato una certa schizofrenia sulla personalità di Gameology. Va bene che il pubblico va anche accontentato, ma se richiede temi che vanno fuori dal seminato allora è il segnale che qualcosa non va, e la cosa a mio avviso non andrebbe alimentata trattando titoli su cui, onestamente, il Filippo-pensiero ci sta come i cavoli a merenda.

- La puntata 'retromarcio', ovvero quella dedicata ai giochi 'peggiori della storia' è stata sintomatica. Disprezzo imperante, termini ricorrenti ('abominevole') e una certa ironia forzata nei confronti di titoli non certo eccezionali - ma neanche così orribili - sono sembrati assai fuori luogo, come a voler scimmiottare un approccio che non era nelle corde del programma. Aggiungiamoci anche che la scelta dei giochi era a dir poco tirata via (prodotti troppo recenti che giravano perlopiù sulle solite console presenti in studio) e il voler a tutti i costi ingigantire i difetti, e avremo la puntata (richiesta a gran voce dal pubblico) meno riuscita dello show. A margine, non ho mai capito questo ferocissimo accanimento per “Lost - Via Domus”: le ciofeche risiedono davvero altrove.

- L'esperimento del 'programma interattivo' è stato, in definitiva, fallimentare. Fra problemi tecnici e ragazzi 'in linea' più occupati a chattare che a seguire la puntata, si può dire che Gameology avrebbe beneficiato di un'abolizione totale di quell'elemento, anche perché il punto di vista 'didattico' di Filippo mal di sposava alle tavole rotonde. Essendoci comunque un 'angolo posta', forse sarebbe stato meglio fermarsi a quello, piuttosto che (non) coinvolgere il pubblico in prima persona. La cosa avrebbe evitato parecchi imbarazzi e diversi problemi tecnici, e avrebbe snellito parecchio le puntate.
Il ritmo lento e appuntamenti troppo dilatati erano conseguenze inevitabili della diretta. Segando l'interazione 'live' con il pubblico, forse sarebbe stato meglio optare per puntate pre-registrate e maggiormente condensate.

- Per contro, il ritmo di uscita era veramente elevatissimo (in media una puntata a settimana), e in effetti veniva da chiedersi come facesse Filippo a prepararsi in tempo. Probabilmente Gameology avrebbe beneficiato di uscite meno ravvicinate (una puntata al mese?): inseguire a tutti i costi l'ultimo gioco uscito era sostanzialmente inutile per il modo in cui venivano affrontati gli argomenti (un approccio 'senza tempo') e sicuramente danneggiava la precisione dell'autore.
L'entrata in scena di Mattia Caruso come co-autore e co-conduttore deve aver in effetti alleggerito il carico di lavoro: nonostante l'apprezzabile sforzo di entrare nel 'format' del programma, Mattia ha però a mio avviso leggermente indebolito l'identità di Gameology, spostando troppo spesso Filippo in secondo piano, meno preparato - suo malgrado - su certi titoli. Inoltre, le capacità oratorie di Mattia si dimostravano meno valide di quelle di Filippo (ma questo è comprensibile, trattandosi di un novizio): ennesimo colpo al ritmo del programma.
Buona invece l'introduzione dell'elemento disturbo, ovvero il simpatico Riccardo Nava, che col suo punto di vista 'ignorante' (nel senso buono, s'intende) e il ricorso frequente alle 'battute sceme', riusciva felicemente a stemperare l'atmosfera seriosa.

- I tentativi di ampliare l'utenza, come quello di coinvolgere figure femminili, non è mai andato realmente in porto: peccato. Mi è anche dispiaciuto vedere a poco a poco eliminato lo spazio dedicato agli ospiti, che riusciva a suo modo a comunicare la tridimensionalità del mondo che ruota attorno ai videogiochi, composto non solo da giocatori e redattori.

- Ho sempre pensato che l'approccio 'filosofico' di Filippo si potesse esprimere al meglio con i titoli storici o i classici, ma lo spazio dedicato al retrogaming è sempre stato ridotto o comunque trattato come breve chiusura finale.


Queste critiche non devono però svilire il mio pensiero generale sul progetto Gameology, che resta sostanzialmente invariato rispetto a quanto detto nel primo editoriale. Dispiace molto infatti per la chiusura di un programma imperfetto che a mio avviso meritava più visibilità di quanta ne ha ottenuta (inoltre, si può dire ciò che si vuole, ma Filippo sa il fatto suo): si spera che qualche critica possa essere utile in vista di una rifinitura applicabile nel prossimo progetto (perché tornerai, vero Filippo?).


Edit: Parlando privatamente con Filippo ho appreso che la chiusura di Gameology è da imputarsi effettivamente a motivi estranei alla volontà del team, risalenti a una serie di difficoltà che non potevo considerare. Che il gruppo prima o poi ritorni, a questo punto, è a mio avviso ancora più probabile: in bocca al lupo!






Commenti (1)

Andrea : Ciao
Su molte cose sono daccordo mentre su altre consentimi di dissentire:

1)A prescindere dalla "pubblicità" fatta da farenz nel suo angolo il programma avrebbe avuto lo stesso quel "range" di età secondo me.I giocatori adulti non saranno pochissimi, ma neanche tanti.Ancora la maggior parte dei videogiocatori fa parte della fascia 13-20.

2)su questo punto sono daccordissimo

3)Su questo non sono daccordo.La puntata del "retromarcio" presentava gli stessi identici difetti delle puntate normali,semplicemente cambiavano i contenuti.E comunque non credo che una sola puntata magari un po meno riuscita possa essere considerata "la goccia che ha fatto traboccare il vaso"

4)Su questa sono daccordissimo

5)Quasi del tutto daccordo apparte il fatto della puntata al mese.Secondo me una a settimana era la quantità giusta e una sola al mese avrebbe diluito un po troppo il tutto

6)Daccordissimo

7)Qui mi trovo nuovamente in disaccordo.Le conoscenze di Filippo a mio parere sono tali da poter discutere tranquillamente sia di un titolo classico sia di un titolo recente.Ciò che conta sono i contenuti del titolo e non la sua "vecchiaia".

Speriamo che il buon Fil trovi qualche alternativa che ho bisogno di sentire parlare di balocchi videointerattivi dal Guru dei Guru :D

Ciao




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