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Broken Sword - Il Segreto dei Templari


La Revolution Software di Charles Cecil si era già fatta conoscere agli appassionati di avventure grafiche con “Lure of the Temptress” e l'ottimo Beneath a Steel Sky. Con “Broken Sword - Il Segreto dei Templari” (1996, conosciuto in America con il nome di “Circle of Blood”), però, l'ambizioso obiettivo si era spostato verso il grande pubblico: un'avventura alla portata di tutti con venature storico-fantastiche, un cocktail utilizzato con successo nella saga cinematografica di “Indiana Jones” (e ovviamente, anche con l'originale videogioco Indiana Jones and The Fate of Atlantis).
Per fortuna di Cecil (direttore del progetto) e di Steve Ince (produttore e animatore), l'appoggio di una major come la Virgin garantiva una base di finanziamenti piuttosto sostanziosa per il progetto.

Impersoniamo un giovane americano di nome George Stobbart, in visita turistica alla capitale francese. Seduto all'esterno di un caffè, riceve uno sguardo malizioso da una cameriera, la quale dopo poco finisce per scontrarsi con un anziano signore che stringe in mano una misteriosa valigetta di pelle. Neanche il tempo di rimuginare sul flirt, che George viene distratto da uno strano clown con una fisarmonica: lo vede entrare nel bar e poi scappare verso le fogne, portando via la ventiquattrore dell'uomo al posto del suo buffo strumento. La fisarmonica era una bomba: il locale salta in aria e George si salva solo grazie a un ombrello che attutisce l'onda d'urto. In seguito a ciò, il nostro eroe cercherà di scoprire il motivo dell'esplosione, e ben presto porterà alla luce un complotto internazionale che coinvolge le più alte sfere della società, in qualche modo collegate ad uno strano manoscritto medievale appartenuto ai Cavalieri Templari. Il manoscritto darebbe delle criptiche indicazioni per raggiungere un potere incredibile (la spada spezzata del titolo). Sulla sua strada, George incontrerà una giovane giornalista francese dalle tasche vuote, Nicole Collard, che innescherà la classica attrazione sussurrata fra lei e il protagonista.



Un fugace sguardo fra George e il clown. Inseguiremo questo tizio per tutta l'Europa...

“Broken Sword” si presenta al pubblico del '96 con una veste grafica di altissimo livello: sobrio stile cartoon e sfondi disegnati a mano. In particolare, le animazioni appaiono come una vera gioia per gli occhi: numerose, sempre di ottima qualità e presenti anche solo per un'azione magari inutile allo sviluppo della trama. Veramente ottime, poi, le espressioni facciali, anch'essere numerose e ottimamente gestite sia nei momenti di humor che in quelli più 'seri'. Buona parte del lavoro grafico viene affidato ai "Sullivan Bluth Studios" di Don Bluth (leggendario animatore ex Disney, autore anche di lungometraggi come "Anastasia" e "Titan A.E.", nonché degli indimenticabili laser-game "Dragon's Lair"" e "Space Ace"): un altro segnale della cura generale è rappresentato dall'ottimo scrolling in parallasse che dà una certa idea di profondità agli scenari. Alla qualità generale, infine, si uniscono anche delle cutscene molto curate e fluide.
A ben guardare, comunque, non tutto è perfetto. Gli ottimi sprite non sono sempre ben miscelati agli ambienti, e diventano un po' sgranati se si avvicinano troppo allo schermo (protagonista compreso). Le cutscene, invece, si mostrano poche di numero e a volte insufficienti nel loro compito di 'transizione' fra una sezione e l'altra (esempio: manca un qualsiasi filmato di arrivo in Siria).

Sul fronte audio è un caso a parte. Innanzitutto c'è da dire che le musiche sono ottime, composte da un nome attivo nel campo della tv (Barrington Pheloung): sempre coerenti all'azione (a volte, perfino dopo un semplice 'esamina' ascolteremo l'accompagnamento adatto), saranno anche la piacevole ricompensa dopo la risoluzione di un enigma. La colonna sonora è costituita da diversi temi ricorrenti orecchiabili che individueranno una scena particolare o un personaggio. Nel dettaglio, il trionfante tema principale è particolarmente riuscito e mi sento di dire che è uno dei migliori che la storia dei videogiochi ricordi.
Qualche doloretto arriva sugli effetti sonori, poco presenti e decisamente migliorabili. La cattiva gestione del volume è un altro dei problemi: di tanto in tanto sarà poco enfatizzata la musica (per esempio nel finale), mentre altre volte saranno del tutto assenti degli effetti indispensabili per l'atmosfera generale (come il suono del treno). E' bene però precisare che si tratta di piccoli dettagli che non pregiudicano la qualità generale: è semplicemente un peccato vedere una cura così altalenante, forse dovuta alla mancanza di qualche passata di testing in più.
Anche il doppiaggio merita un discorso tutto suo. La recitazione è di livello altissimo, e ogni personaggio è reso al meglio delle sue possibilità (comprendenti accenti e cadenze diverse). Veramente un ottimo lavoro da parte dei doppiatori italiani. Purtroppo, forse a causa di alcune sviste nell'adattamento, sono presenti molte anomalie, come frasi recitate erroneamente e scambi di doppiatori, fino ad arrivare anche a due voci diverse per uno stesso personaggio (esempi: l'ispettore Rosso e il gangster Guido). Questi difetti non sono così rari, anche se si perdono in mezzo all'enorme mole di dialoghi presenti.
Devo comunque constatare, in linea generale, che l'audio complessivo è poco 'pulito', di qualità non limpidissima, sia nelle voci che nelle musiche.



Il pub in Irlanda. Ci aspetterà una intensissima sessione dialogata.

Ho fatto cenno alla grandezza dello script: “Broken Sword” è uno dei giochi con più righe di dialogo che mi sia mai capitato di provare. Di buona qualità, possiedono il vantaggio di caratterizzare al massimo ogni singolo personaggio, anche il più ininfluente. E' addirittura possibile chiedere un parere a un personaggio circa ogni oggetto dell'inventario di George, e si avrà quasi sempre una risposta personalizzata e coerente al character. Per contro, questa eccessiva tendenza alla loquacità rischia di appesantire il titolo, costringendo il giocatore a sorbirsi centinaia di battute fondamentalmente inutili, a volte effettivamente eccessive (la birreria in Irlanda). C'è però da dire che nessuna conversazione è particolarmente tediosa e ogni caratterizzazione è talmente ben studiata e divertente da evitare quasi sempre la trappola della gratuità: così come per le animazioni, molti dialoghi e diverse azioni fungono esclusivamente come raffigurazione del 'mondo' e degli ambienti.
Naturalmente, più come causa che come conseguenza, la sceneggiatura è ottima. Si passa da false piste a dettagli apparentemente inutili, da personaggi ricorrenti a indizi sparsi ovunque: l'intero intreccio è veramente notevole sia nell'idea che nello svolgimento, e ha l'indiscusso pregio di aver portato un tema storico (i Templari) al grande pubblico degli avventurieri, tema che in seguito sarebbe stato reso inflazionato a causa di altre software house che avrebbero continuato a riproporlo fino alla nausea. Nonostante la presenza di tematiche religiose più o meno forti o complesse, il gioco riesce intelligentemente a evitare qualsiasi preferenza 'di parte', lasciando lo sviluppo concentrato sui fatti e privilegiando il contesto avventuroso piuttosto che imbarcarsi in sottotesti 'minati'. In ogni caso, l'eleganza e i collegamenti storico-fantastici di “Broken Sword” restano molto raffinati ed effettuati con coerenza e stile. Inoltre, la temutissima 'lezione di storia' (piuttosto lunga!) appare perfettamente integrata alla storia e avvincente perfino da sola: sicuramente non la si dimentica così in fretta come invece accade con uno dei tanti pretestuosi titoli in prima persona con enciclopedia allegata.
La trama, intrigante e avventurosa, resta sempre di buon livello e dal ritmo discretamente elaborato: una sceneggiatura molto elaborata, comprendenti viaggi frequenti in giro per l'Europa e una gran quantità di ambienti diversi.
Riguardo l'umorismo, ci assestiamo su un onesto stile ironico-sarcastico. Sono presenti, comunque, dei momenti un po' grotteschi (il tizio con la lucidatrice, il venditore di spiedini con la spazzola del water) che, almeno in questo capitolo, restano rari e ben amalgamati al resto.
Il finale, anche se classico, non delude: purtroppo è veramente breve e affrettato, e non appaga completamente.



Montfaucon, una locazione che rivedremo anche nei successivi episodi.

In uno scenario in cui ogni personaggio è dotato di caratteristiche ben delineate e molto marcate, l'unico ad uscirne con le ossa rotte è - paradossalmente - il protagonista, George. La scelta di conferirgli una nazionalità americana è già di per sé discutibile: inoltre, la sua personalità risulta essere piena zeppa di luoghi comuni: il classico ragazzotto americano (biondo, di bell'aspetto e di buona cultura) proveniente da famiglia borghese, il cui passato - maldestramente abbozzato - è noiosamente tipico. Fin troppo stereotipato sia nei modi che negli atteggiamenti, possiede un'ironia a volte francamente irritante e un perbenismo ai limiti della sopportabilità. Inoltre, la sua logorrea è spesso un po' fuori luogo.
Molto meglio ne esce la co-protagonista (in realtà poco presente), Nicole. I due caratteri (l'uno perfettino, l'altro più deciso), quando interagiscono fra loro si illuminano come candele e lo stesso George acquista molta più simpatia. In generale, ci vuole un bel po' ad abituarsi sia al look che allo humor del protagonista, ma alla fine, tutto sommato, si riesce a provare un certo affetto anche per questo 'tipico ragazzo' infilato in un contesto più grande di lui. Tendo inoltre a ribadire che i duetti fra i due protagonisti restano uno dei punti di forza del gioco: non per niente la coppia sarebbe diventata una delle più riuscite nel mondo degli adventure.
Infine, va segnalato il villain principale, Kahn/il pagliaccio: una nemesi pericolosa e tutt'altro che bidimensionale, che spesso sovrasta il protagonista in quanto a carisma.



A casa di Nicole, i nostri cercano di fare il punto della situazione. Sul divano è sprofondato Andrè Lobineau, studioso di storia e rivale di George in amore.

“Broken Sword” è senza dubbio un titolo orientato verso l'aspetto narrativo. Pare ovvio, quindi, che a risentirne di più sia il 'gioco' in sé. E qui infatti le cose non vanno benissimo.
Gli enigmi sono piuttosto semplici ed intuitivi, mai ostici, e sempre funzionali alla trama. Ne consegue che, per buona parte del tempo, i 'puzzle' vengono risolti semplicemente parlando con la persona giusta dell'argomento appropriato: la linearità è quindi molto forte e a volte quasi opprimente (non avremo mai un grande ventaglio di locazioni), se si esclude - in parte - la lunga sezione ambientata in Francia.La fluidità della narrazione viene agevolata da ciò, per cui verrebbe da dire che non si tratta di un vero e proprio difetto, quanto piuttosto di mancanza di sfida: si tratta probabilmente di una scelta stilistica ma, in questo, Beneath a Steel Sky appariva più riuscito. Il compromesso narrazione/enigmi resta, comunque, sempre accettabile.

Infine, due parole sull'interfaccia, erede dell'ottima già sperimentata in Beneath a Steel Sky. L'inventario compare in alto, mentre in basso si hanno le icone di dialogo (è possibile selezionare l'argomento e non la frase precisa, come accadeva in “The Dig”). A volte, sarà permesso di cambiare la reazione del nostro interlocutore scegliendo durante piccoli bivi, che modificheranno ben poco l'andamento della conversazione. Considerando la linearità dell'avventura, questa caratteristica rappresenta comunque una gradita aggiunta.
Con il tasto destro del mouse si esamina superficialmente l'oggetto selezionato, mentre con il tasto sinistro si attiva l'azione 'suggerita' dal cursore intelligente (quando si tratterà di una lente, George farà un'analisi più approfondita). Semplice e funzionale. E' assente però il doppio click sull'uscita per accedere velocemente alla schermata successiva: comunque non è una grave mancanza, poichè le distanze saranno tutte più o meno brevi.
In “Broken Sword” si può morire: raramente, ma accade. In genere si è avvertiti quando c'è del rischio, ed è quindi possibile salvare in tempo la situazione. In ogni caso, considerando la tipologia di gioco, anche questa sfumatura è ben accetta. Stessa cosa vale per le (poche, comunque) sequenze a tempo.



Il momento più riuscito del gioco: i nostri eroi, esausti ma determinati, si dirigono verso l'ultimo scenario della storia. Eppure quella signora a destra ha un aspetto familiare...

“Broken Sword - Il Segreto dei Templari” è un titolo divertente dal sapore pesantemente cinematografico che, pur non disdegnando qualche scena violenta (ma mai gratuita), mantiene sempre un tono ironico 'Indy style' ben miscelato al tutto grazie alla indiscussa capacità narrativa di Cecil e compagni. Non particolarmente memorabile per quanto riguarda l'aspetto puramente 'ludico', è sicuramente notevole per la costruzione di una storia appassionante e coerente, nel pieno rispetto del giocatore e del buon gusto. Voto: 4 su 5.

La citazione:
(George torna a casa di Nicole dopo essere passato per il negozio di costumi)
George: “Ciao. Sono stato al negozio di costumi”
Nico: “Sì… mi piace. E, dimmi, da cosa ti sei travestito?”
George: “Non mi sono travestito! Questi sono i miei vestiti, e lo sai!”

 

Nota: Il gioco è emulato dallo ScummVM. Consiglio di leggere il readme del programma per farlo partire al meglio (non è un procedimento immediatissimo). Mentre in finestra sono riuscito ad attivare dei filtri grafici che migliorassero l'aspetto generale (la risoluzione normale è 640x480, con un filtro 2x si arriva a 1280x1024), non c'è stato verso di veder girare il tutto in fullscreen. Segnalo anche che con lo ScummVM la qualità delle cutscene mi è sembrata leggermente inferiore, dovuta probabilmente alla nuova compressione adottata.

by Gnupick






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Commenti (4)

Gianni : Non ho grande esperienza sui videogiochi, ma sono rimasto affascinato da Broken Sword, Il sonno del Drago, anche se il finale mi ha un po' deluso. Ma gli ambienti erano favolosi; Nico e Stobbart molto più affascinanti. Nel Segreto dei Templari, Nico e Stobbart non sono così belli ma gli ambienti hanno il fascino del fumetto Sto ancora all'inizio della storia perchè non riesco a superare la capra nel recinto del castello. I comandi sono abbastanza limitati e non so come si fa correre Stobbart per evitare la capra. Pertanto sono fermo, finché qualche santo o un'ispirazione non mi dica come andare avanti. La vostra recensione è molto bella. Cordiali saluti, Gianni.


magno : clicchi più volte....geniale eeh?!


annarell@ : ank'io cm gianni sn blokkata nello stesso punto xkè nn riesco ad oltrepassare la capra... è sfortuna o un problema del videogioko??!!


Gnupick : Scusate ragazzi, ma perchè continuate a chiedere della capra se ci sono decine di siti che si occupano delle soluzioni (e qui sotto c'è anche scritto che non faccio da help desk)?
Comunque la capra si risolve con un po' di tempismo, bisogna farsi incornare, e quando George cade a terra (a destra dello schermo) bisogna cliccare verso parte opposta dello schermo, dove c'è l'aratro. Se tutto va bene allora si rialzerà e comincerà a correre.





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