Broken Sword - Il Segreto dei Templari - The Director's Cut

L'espressione 'Director's Cut' significa letteralmente 'taglio del direttore' o, più nello specifico, 'montaggio del regista': in gergo cinematografico viene usata per indicare una nuova versione di una pellicola già esistente, libera però dagli impedimenti creativi causati dalla produzione ai tempi della prima uscita, e quindi teoricamente più vicina alla visione dell'autore/regista. In verità, questa dicitura è spesso l'emblema di un'operazione commerciale atta a prolungare la longevità di un prodotto ed è spesso rivolta solo ai fan o ai collezionisti, proponendo ben poco di nuovo rispetto al titolo 'ufficiale'. Il 'Director's Cut' dell'immortale “Broken Sword - Il Segreto dei Templari” rispecchia entrambi i casi: c'è tanto di buono e, purtroppo, anche qualcosa di discutibile.
Realizzare una versione 'riveduta e corretta' a uso e consumo del nuovo, rampante e grosso modo casual pubblico delle console Nintendo è un'operazione che può causare non solo un certo scetticismo nei confronti di chi ha amato il titolo originale, ma addirittura un pizzico di antipatia: viene infatti spontaneo rievocare le dichiarazioni del direttore/regista Charles Cecil ai tempi di “Broken Sword III - Il Sonno del Drago”, che riguardavano le sue convinzioni a proposito della morte dell'avventura grafica intesa in senso classico.
Ciononostante, la parziale retromarcia di Cecil non riesce a non far brillare gli occhi del fan di fronte alla possibilità di rigiocare una delle migliori avventure della storia arricchita da sequenze inedite, perlopiù relative a un'indagine della giornalista Nicole Collard. Ancor più rilevante è l'importanza che un titolo come “Broken Sword” può rivestire per il pubblico 'nuovo', poiché - nonostante l'età! - si tratta probabilmente della migliore avventura grafica di stampo 'occidentale' su console Nintendo Wii e DS (almeno fino al 2009). Per di più, il 'Director's Cut' può essere interpretato come una ovvia e neanche troppo nascosta 'prova sul campo' in vista di un rilancio del franchise e dell'uscita del già vociferato film in live action.

Le escursioni parigine di Nicole sconfineranno in luoghi che rivisiteremo (seppur da un'altra angolazione) nei panni di George.
In effetti, il primo impatto col gioco è estremamente positivo. Un'introduzione realizzata ex novo introduce la quest - del tutto inedita - della giovane Nicole, riguardante l'indagine di un altro neo Templare assassinato da un mimo (come intuiscono i conoscitori del titolo originale, si tratta di Kahn, il killer in costume): main theme riorchestrato ad hoc, ottima regia con sapiente uso del doppio schermo, nuove e fluidissime animazioni. È anche la prima occasione per osservare i bei primi piani dei personaggi (minimamente animati) realizzati dall'inglese Dave Gibbons, disegnatore del fumetto cult “Watchmen” e già collaboratore Revolution come autore dei fondali di “Beneath a Steel Sky” e dei disegni del fumetto introduttivo. Il tutto funziona a meraviglia, e la trama sembra approfondire con successo il background del gioco originale, con una vicenda che coinvolge uno degli omicidi di Kahn e il passato di Nicole e di suo padre: la storia, infatti, evita di entrare in contraddizione con quanto precedentemente affermato, benché si tratti in realtà di una semplice aggiunta mascherata da storyline già prevista ai tempi della prima sceneggiatura del '96.
Eccellente anche l'interfaccia: mentre la manipolazione degli oggetti resta canonica e funzionale, la vera novità sta nel riconoscimento degli hotspot, 'suggeriti' in sovraimpressione quando si trascina la stilo nei loro pressi; il sistema provvede a 'calcare' gli hotspot in vari livelli di sfumature secondo la loro vicinanza dal pennino. Detto così, può sembrare un po' elaborato e inutilmente macchinoso, ma in verità l'utilizzo appare estremamente funzionale: probabilmente si tratta della migliore e più immediata interfaccia vista su DS (almeno fino al momento dell'uscita del gioco).
La sensazione è quella di giocare davvero a “Broken Sword”, e si entra in quel particolare 'feeling' che per molti versi si era perduto fin dal terzo episodio della serie. L'impressione viene anche accentuata dal ritorno alla colonna sonora del redivivo Barrington Pheloung, che non si limita a rimusicare il main theme ma esegue nuove composizioni perfettamente amalgamate con il sound del titolo originale (insieme a Barrington, sono anche accreditate la moglie e la figlia alla voce 'supporto musicale').
Terminata la sezione con Nicole, poi, parte la grande avventura di George, apparentemente invariata e con qualche marginale modifica e aggiunta (come i rari enigmi a tutto schermo che sfruttano l'interfaccia Nintendo): il proseguo della storia di Nicole è narrata in modo alternato a essa (in modo non dissimile a “Broken Sword II - La Profezia dei Maya”), ma purtroppo termina dopo appena un paio di ore gioco, sancendo sostanzialmente la fine delle tanto pubblicizzate 'sequenze aggiuntive'.
A quel punto, se al neofita non resta che giocare a ciò che è il 'solito', eccellente “Broken Sword”, chi ha già provato il titolo originale smarrisce presto l'esaltazione iniziale e comincia a muovere qualche - giustificata - critica.

L'avventura di George comincia nel modo che conosciamo, con l'uccisione di Plantard e l'arrivo di Rosso e del sergente Moue. I primi piani dei personaggi non sempre sono fedelissimi alla loro controparte in game.
Le prime perplessità sorgono circa il rovescio della medaglia causato da alcune 'agevolazioni', atte probabilmente a rendere il gioco più fruibile al vasto pubblico.
Innanzitutto, dopo qualche minuto nei panni di George, si comprende come gli hotspot nello scenario siano stati dimezzati e alcuni dialoghi del tutto eliminati, forse nel tentativo di alleggerire l'avventura. Se da una parte l'espediente snellisce effettivamente l'eccessiva logorrea del buon Stobbart (uno dei pochi difetti del titolo originale), dall'altra si ha la sensazione di giocare a una versione 'tronca' dell'originale, e non a un vero 'Director's Cut'. Quindi, se dopotutto si accetta la riduzione delle lunghissime chiacchierate nel bar irlandese, risultano imperdonabili casi come l'eliminazione di buona parte dei testi relativi al manoscritto dei Templari e la sparizione della tenera e sussurrata dichiarazione d'amore reciproca che i nostri eroi pronunciano sul treno nel pre-finale.
Lascia anche un po' interdetti la parziale assenza di alcune animazioni di contorno (magari solo belle da vedere), molte delle quali venivano originariamente attivate cliccando su certi hotspot.
Altre modifiche, non del tutto riuscite ma comunque non fastidiose, riguardano l'inserimento di un hint progressivo, ben realizzato ma forse troppo invitante, l'introduzione di un diario dove i nostri eroi appuntano ogni dettaglio, e l'assenza del game over (l'eventualità viene 'bypassata' in modi diversi). Piccole cesoie anche sul famigerato enigma della capra (a detta di Cecil, uno dei suoi più grandi rammarichi), ora (troppo?) semplificato, e sulla presenza di sangue, ora sparito sia nelle cutscene che durante il gioco vero e proprio.
I più attenti, inoltre, possono anche verificare un utilizzo delle musiche meno incisivo rispetto al titolo originale, a causa di alcuni tagli relativi alla vastisissima colonna sonora o semplicemente a un uso meno oculato della stessa all'interno dell'azione.
Alcuni di questi dettagli sono in realtà difficili da individuare per un non maniaco di “Broken Sword”, ma in ogni caso è l'esperienza generale a risentirne, apparendo in qualche modo meno appagante.

Beh...?? Erano finite le immagini per DS, quindi eccovi qualcosa dalla versione Wii! Peccato però che la sequenza in treno non sia eccitante come nel gioco originale.
Si entra, forse, un po' nei gusti personali quando si critica poi lo stacco stilistico troppo netto fra i primi piani realizzati da Gibbons e lo stile - relativo in special modo alle cutscene originali - della scuola Bluthiana: sembra di passare bruscamente da un fumetto semi-statico a un cartone animato della Disney.
Infine, è approfondito anche il background della bella Nicole (eppure, era George ad averne davvero bisogno!): con le nuove sequenze e l'ampliamento di alcuni dialoghi di sfondo, la giornalista francese appare però troppo vicina alla leggendaria Grace Nakimura di "Gabriel Knight", ipersecchiona e acculturatissima (perfino il giornale per cui lavora, descritto all'epoca come un piccolo quotidiano di seconda mano, ora sembra avere molto più credito); oltre a cozzare parzialmente con l'idea di antieroina squattrinata che si è fatta le ossa per strada, la nuova caratterizzazione lascia un po' confusi in un paio di occasioni, come nella scena in cui Nicole si fa tradurre ironicamente da George una scritta in latino, quando poche ore prima ne aveva decifrato intere sezioni senza battere ciglio.
“Broken Sword - Il Segreto dei Templari - Director's Cut” è, nello stesso tempo, qualcosa in più e qualcosa in meno rispetto al titolo originale. Per chi non si è mai avvicinato a “Broken Sword”, questo titolo rappresenta un to play assoluto, nonostante i tredici anni sulle spalle. Per i fan della rodata coppia George-Nico, invece, il gioco può e deve essere valutato con un po' di sospetto: le nuove sequenze non riescono realmente a bilanciare le varie mancanze, soprattutto alla luce del fatto che tali aggiunte non ampliano particolarmente l'esperienza narrativa.
Per i neofiti è un 4 punti su 5. Per chi conosce “Broken Sword”, 3 su 5.
La citazione:
(nuovo monologo introduttivo)
Nicole: “Parigi. Città dell'amore, del romanticismo e dei sogni… O almeno, così dicono. Anch'io la pensavo così, prima. Ma da quel giorno, dal giorno dell'omicidio… ho sempre associato la mia amata Parigi alla morte”.
 
Nota:
Il gioco, oltre che su Nintendo DS, è uscito anche sulla console da tavolo Wii. Differentemente dalla versione 'portatile', la versione Wii è totalmente doppiata (le nuove battute dei protagonisti sono sorprendentemente recitate dai richiamati Beccari e Olivieri). [grazie a edrev per il ragguaglio]
by Gnupick
Commenti (3)
E' chiaro che volessero sfruttare il nome di Gibbons per ragioni pubblicitarie (specialmente in questo periodo, col film di "Watchmen", anche se è stato sicuramente coinvolto molto prima del boom), ma immagino che si tratti anche di un 'riallacciare i contatti' in vista del già annunciato seguito di "Beneath a Steel Sky", a cui Gibbons ha già detto di voler collaborare.
C'è anche da dire che era accaduta una cosa simile già nel '96, quando pomparono il nome di Bluth come autore della grafica. In realtà questo aspetto è molto fumoso e qualcosa si sta chiarendo solo con le nuove interviste a Cecil, ma sembrerebbe che gli Studios Bluth abbiano fatto ben poco a parte le cutscene, sebbene anche l'autore dei fondali originali (Eoghan Cahill) possa essere effettivamente ricollegabile ai Bluth. Boh? Bisognerebbe chiedere a Cecil direttamente :) .
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L'ho rigiocato tutto anch'io ed alla fine, nonostante si sia cmq rivelato piacevole, ho provato un senso di incompletezza per i tagli riseptto alla versione originale, non del tutto compensati dalle nuove parti, che mi aspettavo fossero maggiormente lunghe.
Un plauso cmq alla Revolution per aver rinverdito i fasti di questa indimenticabile AG ed anche a Gnupick che è sempre un piacere per me leggere!