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Secret of the Lost Cavern


Si usa distinguere le avventure grafiche in soggettiva da quelle con visuale in terza persona per diversi fattori, più strutturali che grafici, fra i quali vale la pena citare una maggiore difficoltà media degli enigmi (perlopiù composti da puzzle di logica), una spersonalizzazione del protagonista (che difficilmente vediamo in volto) e una trama non molto elaborata (spesso solo un pretesto per una particolare ambientazione). Naturalmente, queste differenze non rappresentano la regola, anche perché la suddetta catalogazione nasce quasi sempre come conseguenza di una scelta quasi obbligata da parte degli sviluppatori, come può essere ad esempio la scarsezza di budget, che in genere porta ad optare per un prodotto con visuale in prima persona, scenari semi-statici (meno lavoro per gli animatori) e una trama quasi nulla (meno impegno in fase di sceneggiatura).
Il Ritorno all'Isola Misteriosa aveva sovvertito, in parte, la regola dei titoli in prima persona pieni zeppi di enigmi da 'Settimana Enigmistica': il gioco proponeva puzzle unicamente inventory-based, resi molto stimolanti dalla possibilità di poterli risolvere in molti modi diversi. Gli autori di questo ottimo titolo, i Kheops Studio, ci riprovano a distanza di pochi mesi (anno 2005, distribuzione Atari) con “Secret of the Lost Cavern”.



Il primo problema: una leonessa ci sbarra l'uscita alla caverna. Forse con un fuoco riusciremo ad allontanarla?

L'ambientazione è già molto curiosa: impersoneremo un uomo di Cro-Magnon di nome Arok durante il periodo preistorico, in cui ogni piccolo problema andava risolto facendo uso di tecniche artigiane manuali molto spesso creative, e dove l'unico vezzo 'artistico' era costituito dai dipinti/graffiti all'interno delle fredde caverne. Il giovane Arok tenterà di raggiungere il suo maestro Klem, un famoso pittore di pareti rocciose, allo scopo di svelare il segreto delle grotte di Lascaux e risvegliare gli spiriti che vi abitano.
Una trama esile ma chiara che favorirà un buon numero di enigmi prima di arrivare a conoscere Klem, e passare a decorare le caverne con il suo aiuto.

Purtroppo, questa volta, ci troviamo di fronte ad una serie di puzzle buoni ma non divertenti e appaganti come il primo lavoro dei Kheops. L'interfaccia è semplice, con cursore intelligente e inventario in basso allo schermo nel quale, però, non sarà possibile combinare i vari oggetti. Per realizzare qualsiasi utensile dovremo infatti prima trovare un sasso o un qualche supporto adatto su cui lavorare. Generalmente, la combinazione di oggetti è piuttosto sofisticata, ma risulta essere del tutto lineare (quindi limitante rispetto a Il Ritorno all'Isola Misteriosa) e un po' imbolsita. L'interfaccia darà anche accesso al diario di Arok su cui appunterà le evoluzioni della sua storia, e ad un interessantissimo database enciclopedico sulla preistoria, con tante informazioni che potremo consultare solo andando avanti nel gioco (purtroppo, quasi mai ci aiuteranno a superare gli enigmi).



Finalmente, Klem! I dialoghi con altri personaggi saranno parzialmente interattivi ma lineari.

Riguardo i puzzle, c'è da dire che la varietà non manca, anche se ci troviamo di fronte ad una struttura molto classica: presenti anche i temuti enigmi di logica, e perfino un labirinto. Comunque, la parte più divertente sarà realizzare utensili con l'ausilio di tecniche primitive e oggetti quali pietre scheggiate, corde, canne e altro, plasmati grazie anche all'acqua e al fuoco.
La sfida è presente anche se non è altissima, almeno fin quando non ci ritroveremo nella locazione finale (che arriva forse un po' troppo presto), in cui fra l'improvvisarci pittori e maestri di logica, troveremo pane per i nostri denti. Purtroppo, questa sezione risulta anche essere la meno stimolante del gioco, se si eccettuano le sezioni in cui dovremo 'animare' i dipinti.

La grafica fa uso del solito motore con movimento 'a blocchi' che permette la rotazione della visuale a 360 gradi e scenari piuttosto curati e atmosferici (molto belli, anche se personalmente ho preferito gli ambienti sabbiosi de Il Ritorno all'Isola Misteriosa). Discrete anche le rare ma curate animazioni precalcolate. Buono il sonoro, con ottime musiche evocative, ma purtroppo di scarso numero. Il doppiaggio è ben fatto, tutto in italiano.



E' il momento di dare estro al pittore che c'è in noi!

“Secret of the Lost Cavern” è un titolo che va giocato gustandosi lentamente le locazioni mentre apprenderemo le tecniche di lavoro degli uomini primitivi. Ci sono diverse trovate molto riuscite, ma purtroppo vengono messe un po' in ombra da alcuni puzzle 'già visti' e anche un po' frustranti. Peccato, perché i Kheops hanno davvero talento, e forse con un budget più alto saprebbero curare maggiormente le fasi meno riuscite di un titolo come questo.
Comunque, si tratta di un prodotto semplice ma abbastanza ispirato, che si lascia provare volentieri come un buon passatempo, e che arricchisce il giocatore di dettagli che danno ottimamente l'idea di come fosse la vita culturale (e non) ai tempi della preistoria. 3 su 5.

 

Nota: Pare che il gioco sia afflitto da bug insormontabili che impediscono il giusto proseguimento del gioco soprattutto con una scheda video Nvidia (data l'assenza di patch correttive, non resta che utilizzare un salvataggio che supera la zona). Personalmente non ne ho riscontrato nessuno con una ATI.

by Gnupick






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Commenti (3)

manu : bellissimooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo


Mario : ottimo


Ali : L'ho presentissimo il igeozno. E' da quando ho imparato a leggere che mi chiedo come mai se vendevano guanti avevano scritto CALZE.Ho visto che hanno gic3a0 verificato che esiste ancora, io passo spesso in zona, perc3b2 non potrei provare i guanti per te.CiaoVale




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