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Star Wars - Jedi Knight II - Jedi Outcast


La LucasArts, forte dei successi riscossi con gli episodi della serie “Dark Forces”, ritornò alla grande con questo ennesimo seguito - il terzo - della fortunata incursione della software house nel campo degli sparatutto in prima persona in single player ambientati nel fantastico mondo di “Star Wars” (in realtà la Lucas aveva già tentato di rifinire il genere con il curioso “Outlaws”). Tutti gli episodi arricchiscono ulteriormente il già variegato expanded universe della saga spaziale, cercando, se possibile, di non entrare in contraddizione su ciò che il vecchio zio George ha detto nei film. Ma prima di passare al commento vero e proprio, urge un po' di storia.
Il primo gioco, “Star Wars - Dark Forces”, ci metteva nei panni di un giovane ex agente dell'Impero Galattico, tale Kyle Katarn, che, decidendo di passare dalla parte dell'Alleanza Ribelle di Luke Skywalker e Han Solo, veniva assoldato dalla ex-senatrice Mon Mothma per recuperare i piani della prima Morte Nera. Solo in seguito il nostro eroe se la sarebbe dovuta vedere con i terribili Dark Trooper, facenti parte del progetto di un 'certo' Darth Vader per sconfiggere definitivamente i suoi nemici.
Inutile dire che il tutto andò per il meglio per i good guys e il nostro Kyle si fece la fama di stimato e fidato amico della Ribellione. Il gioco si presentava come un classico sparatutto in (falso, all'epoca) 3D con visuale in prima persona, e fu il primo ad introdurre migliorie sostanziali ad un concept che avrebbe dato il massimo con l'avvento delle schede video acceleratici. Era infatti possibile saltare, abbassarsi, usare armi con doppia modalità di fuoco, visualizzare la mappa in sovraimpressione sullo schermo e altre chicche che sarebbero state sviluppate al meglio con l'irriverente “Duke Nuke'm 3D”.
Ma fu con il successivo “Star Wars - Dark Forces II - Jedi Knight” che la Lucas fece il vero salto di qualità. Ambientato all'epoca della Nuova Repubblica (successivamente, quindi, a “Il Ritorno dello Jedi”), il nostro Kyle doveva sgominare nientepopodimeno che una banda di Jedi votati al male (i cosiddetti 'Oscuri') che, in seguito all'assassinio del padre di Kyle, Morgan, e del suo mentore, un Jedi di nome Rahn, avevano fatto irritare non poco il nostro eroe che si vide costretto ad imparare le Vie della Forza per impedire loro di arrivare ad impossessarsi della Valle dello Jedi, un luogo leggendario nel quale si diceva fosse racchiuso il potere di tutti i Jedi del passato. L'introduzione della mitica spada laser e dei poteri della Forza (oltre al 3D reale del motore di “Quake” e ai convincenti filmati con attori veri doppiati in italiano, purtroppo, piuttosto male) aggiungevano al titolo uno spessore mai visto in un gioco di questo genere, che aveva addirittura timidi connotati da gioco di ruolo: i poteri aumentavano di intensità col passare del tempo, e il giocatore poteva decidere se terminare il gioco come Jedi chiaro o oscuro, il che si traduceva in facoltà diverse e finale alternativo.
Dopo aver risolto anche questo problemuccio di proporzioni galattiche, trovavamo un Kyle, un po' invecchiato, intento ad addestrare la giovane ex 'braccio dell'Imperatore' Mara Jade nel data disk “Star Wars - Jedi Knight II - Mysteries of the Sith”, titolo che apportava diverse migliorie all'originale e permetteva di vestire i panni anche della affascinante apprendista Jedi, lungo pericolose missioni per conto della Nuova Repubblica e, soprattutto, una quest personale: salvare Kyle da un terribile tempio Sith nel quale stava subendo la seduzione del lato oscuro. “Mysteries of the Sith”, a tutti gli effetti un'espansione di “Jedi Knight”, poneva maggiore enfasi alla risoluzione degli enigmi con l'ausilio dei poteri della Forza. Non ancora del tutto convincenti, però, i duelli alla spada, che si riducevano a un paio di mosse di attacco e una di difesa, rendendoli, purtroppo, meno avvincenti di quanto noi tutti ci aspettassimo. In ogni caso, gli atipici livelli finali erano agghiaccianti.


Desann ricorda a Kyle che un Jedi in pensione non è un problema per lui. Ma Kyle saprà farsi valere...

Con l'esperienza acquisita, dopo aver appuntato tutti i difetti maggiori dei predecessori e dato il fardello dello sviluppo ai rodati ragazzi della Raven Studios (autori dei due episodi del cruento “Soldier of Fortune”), la Lucasarts ha sfornato, nel 2002, il diretto seguito della serie “Dark Forces”, intitolato “Star Wars - Jedi Knight II - Jedi Outcast”.
Il Jedi Kyle, dopo aver 'assaporato' il potere del lato oscuro e aver perso la sua connessione con la Forza (non è chiaro se la Lucas abbia tenuto conto delle vicende narrate in “Mysteries of the Sith”), ha deciso di appendere la spada laser al chiodo, consegnandola a Luke Skywalker in persona, impegnato nell'addestramento di futuri Cavalieri Jedi sulla quarta luna del pianeta Yavin, proprio nei pressi dell'ex base ribelle nonché ex tempio Sith (il Massassi Temple). Kyle è così tornato, con la sua fedele amica Jan Ors (ma fra i due c'è del tenero fin dal primo capitolo), alla più serena (?) professione di contrabbandiere sulla sua nave, la Raven's Claw. Mon Mothma, però, rintraccia le due 'canaglie' per avvertirli di una trasmissione intercettata destinata all'Impero (o meglio, a ciò che ne rimane), in cui si cita la Valle dello Jedi e i misteriosi 'Reborn'. Invitando il riluttante Kyle ad indagare nuovamente per conto della Nuova Repubblica, verremo a conoscenza di una nuova minaccia: l'ex Jedi Desann, ora passato al male, si è alleato con un ufficiale Imperiale al fine di creare un esercito di Jedi Oscuri con il quale rimpossessarsi del potere galattico ormai andato perduto. Per avere la Forza dalla sua, però, è necessario che la faccia scorrere attraverso i suoi potenziali e inesperti soldati, completamente privi di ogni addestramento e dedizione. Purtroppo Kyle scoprirà, troppo tardi, che lui stesso è l'esca preparata da Desann per conoscere l'ubicazione della Valle dello Jedi e poter così ottenere i suoi immensi poteri. In seguito all'uccisione di Jan, Kyle decide di tornare ad essere un Jedi per affrontarlo, tornando prima nella Valle dello Jedi ad accelerare il processo di conoscenza della Forza, e poi all'Accademia Jedi presieduta da Luke Skywalker per recuperare la sua arma, la spada laser. Non sa, però, che Desann l'ha seguito nella Valle e ha avuto tutto il tempo per attuare il suo piano…
Questa enorme premessa era necessario per dimostrare la cura profusa dalla Lucas nei riguardi della trama e della continuità narrativa, una particolarità che contraddistingue la casa californiana in quasi tutte le sue produzioni, e in particolare le avventure grafiche. La sceneggiatura è ben scritta, citazionista e avvincente (curata dal co-autore di giochi come "Sam & Max - Hit the Road" e "Fuga da Monkey Island", Mike Stemmle), con diversi e graditi colpi di scena. Un'ottima partenza per un gioco che deve reggere il peso dei suoi illustri predecessori.


Il Maestro Luke Skywalker medita sul destino di Kyle, che attende (im)paziente.

I primi livelli di gioco, come per “Star Wars - Dark Forces II - Jedi Knight”, si presentano come una sorta di prologo a ciò che verrà, nei quali il giocatore desidera ardentemente di brandire ancora la leggendaria arma dei Jedi. Desiderio che rimarrà insoddisfatto per un bel pezzo, almeno fino al nostro primo incontro (è meglio dire 'scontro') con il pericoloso Desann. Durante questa prima parte della storia, “Jedi Outcast” sarà uno sparatutto in soggettiva piuttosto usuale eccetto, naturalmente, per le atmosfere starwarsiane. Ben fatto, d'accordo, ma che offre poco di nuovo. Se ci aggiungiamo anche il fatto che per buona parte del tempo saremo all'interno delle più classiche fra le roccaforti imperiali (viste e straviste nei primi due giochi), con ascensori, chiavi, interruttori e via dicendo, allora sembra chiaro che i suddetti livelli non saranno troppo coinvolgenti, anzi, sono quasi… noiosi. In questo modo, la spada laser e i poteri della Forza saranno ancora di più oggetto di desiderio, anche se a dire il vero l'operazione era riuscita meglio in “Jedi Knight” in cui, forse, giocava un ruolo determinante il fascino che sprigionava il dover imparare le vie della Forza per la prima volta (oltre a livelli iniziali probabilmente meglio congegnati e più vari). In “Jedi Outcast”, invece, i livelli di 'attesa' ci sembreranno molto più lunghi e frustranti. Comunque, una volta superato lo scoglio iniziale - in cui, a dire il vero, la trama non risulta neanche particolarmente interessante -, avremo Luke Skywalker (una figura resa ottimamente e intrisa di fascino) che ci sottoporrà ad alcuni 'test' prima di poter rientrare in possesso della mitica arma. La prova consisterà, in sostanza, nel dimostrare di saper usare i poteri della Forza al momento giusto, cosa alla quale dovremo abituarci subito se vogliamo proseguire nel gioco con successo.

E' bene quindi dire che maggior attenzione è stata posta all'utilizzo dei poteri della Forza e, soprattutto, ai duelli con la spada. Avremo addirittura tre stili di combattimento diversi (dal veloce e poco offensivo al lento e letale) e un campionario di 'mosse' decisamente vasto, che comprende anche spettacolari coreografie di eco 'matrixiana'.
Ed è proprio nei duelli che la giocabilità e la grafica raggiungono livelli molto alti: è molto semplice maneggiare con efficacia l'arma, ma gli scontri più duri richiederanno un impegno maggiore e una buona coordinazione fra mouse e tastiera, indispensabile per un uso saggio della Forza; gli effetti di luce, ad esempio quando due spade laser si scontrano fra loro, oppure quando lasciano il caratteristico segno incandescente su una parete o una porta, sono fantastici e molto ben realizzati.
Ma non c'è solo la spada laser: avremo anche il 'solito' arsenale di armi molto ben fornito, fra cui gli immancabili blaster delle truppe d'assalto e i detonatori termici; non mancano armi nuove, come un micidiale fucile a distanza che ci farà soffrire non poco durante la nostra 'gita' a Nar Shaadaa (in cui incontreremo un Lando Calrissian in gran forma - doppiato dall'attore Billy Dee Williams che lo ha interpretato nei film). Un limite nella struttura dei livelli è dato dall'eccessivo disorientamento che causano alcune mappe: spesso sarà davvero arduo riuscire ad orientarci con successo lungo i corridoi di un'astronave imperiale o nelle paludi di Yavin. Un maggior riguardo nella costruzione delle locazioni avrebbe evitato questa spiacevole sensazione. Senza infamia e senza lode (anche se a volte molto snervanti), invece, i piccoli enigmi disseminati in giro. Il sistema di potenziamento dei poteri, infine, è presente anche in questo titolo, anche se in modo molto più discreto e automatico.


Combattere al fianco di Luke sarà un'esperienza da ricordare. Il click sinistro ripetuto del mouse ci farà avere la meglio quando la nostra spada si incrocerà con quella di un Oscuro.

L'interfaccia è stata molto snellita rispetto a quella di “Jedi Knight” e di “Mysteries of the Sith”: i comandi saranno più o meno gli stessi, ma il numero dei tasti utilizzabili è diminuito e gestito in modo intelligente. Qualche esempio: il potere del 'salto di forza' è stato direttamente integrato al tasto di salto normale; per usare la spada laser a mo' di boomerang basterà premere il tasto destro del mouse; infine il numero dei poteri della Forza sono stati dimezzati consentendo una maggiore snellezza nel controllo dei tasti (almeno in single player).

Graficamente il gioco fa sfoggio di una versione riveduta e corretta del motore grafico di “Quake 3 - Arena”, con una resa grafica buona ma non eccelsa e un gran numero di animazioni fluide e convincenti. Molto migliorate, rispetto ai precedenti episodi, le sequenze di intermezzo che utilizzano la grafica del gioco (sono presenti anche un paio di brevi ma pregevoli filmati in Full Motion Video) anche se non reggono il confronto con molti altri titoli, né per la varietà di movimenti alternativi dei personaggi, né per la bontà della 'regia'. C'è di buono, però, che pur essendo un gioco del 2002, un Pentium 800 con una scheda video di media potenza basta a far funzionare il tutto quasi a pieno ritmo e la resa grafica totale, dalla risoluzione 1024x768 in poi, è soddisfacente e priva di sbavature (non ho trovato grossi errori di clipping).


Lando Carlissian! Un uomo, un vecchio marpione.

“Jedi Outcast” è mediamente lungo e abbastanza difficile da terminare. A differenza del suo diretto predecessore, però, sarà possibile intraprendere una sola strada - la via del Bene - e non ci sarà concesso in alcun modo di influire sulla trama.
Ma nonostante la sensazione di potenza e di invincibilità, che si provava pure negli ultimi livelli di “Jedi Knight” e che qui si ripresenterà molto più marcata (straordinario quando vi divertirete ad usare la 'morsa' contro le povere truppe d'assalto imperiali), non sarete mai davvero intoccabili, anche perché di tanto in tanto dovrete affrontare dei Jedi oscuri che vi daranno non poco filo da torcere (molto temibili quelli in nero, dotati anche della capacità di mimetizzarsi). I fendenti delle spade, di fatto, saranno davvero dolorosi per il nostro povero Kyle (com'è giusto che sia): un colpo ben assestato ci metterà senza dubbio al tappeto, soprattutto se saremo sprovvisti di scudi deflettori. D'altra parte basteranno uno o due affondi ben piazzati per liberarci del nostro avversario.

La modalità multiplayer, già implementata con successo in “Mysteries of the Sith”, è assolutamente spettacolare, e permette scontri jedi multipli ad alto tasso di adrenalina che ricorderanno gli incredibili duelli de “La Minaccia Fantasma”. Un buon utilizzo della Forza è imperativo se non si vuole essere uccisi dal primo 'uomo arsenale' che capiti. Longevità assicurata dalle numerose mod amatoriali che vengono rilasciate sui fan site.


Che vi dicevo? Kyle sa farsi valere.

“Star Wars - Jedi Knight II - Jedi Outcast” è un bellissimo titolo che più di ogni altro prima d'ora vi darà la possibilità di cimentarvi negli epici scontri a suon di spade laser - con la Forza al vostro fianco - che avrete sempre desiderato dal primo momento in cui, affascinati come Luke quando soppesa e agita la spada laser di fronte ad un paterno Obi-Wan, li avete visti sullo schermo. L'unico difetto che riesce ad abbassare (di poco) il voto sono le sequenze concentrate nella prima parte, non del tutto riuscite, e ad alcuni livelli costruiti in modo imperfetto che ingigantiscono l'esagerata linearità delle situazioni. Il mio voto è 4 su 5.

La citazione:
Luke: “Che la Forza sia con te, Kyle”
Kyle: “Vedremo”

 

Nota: Il gioco richiede Win9x o Xp. E' parlato in inglese (ben recitato) e sottotitolato in inglese, per attivare i sottotitoli in italiano è necessario installare la patch 1.04 dal sito della LucasArts e la ottima patch di traduzione che, a causa della mancanza di siti di riferimento, conviene cercare attraverso Google.

by Gnupick






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