The Westerner

Durante una presentazione che cita gli spaghetti western e addirittura “Matrix”, ritroviamo il nostro eroe Fenimore Fillmore - per l'occasione diventato più pasticcione e simpatico, somigliando un po' all'immortale Guybrush - alle prese con una nuova avventura: sfidare il prepotente di turno, un proprietario terriero dalle maniere rudi circondato da scagnozzi dal grilletto facile, che vuole mettere le mani sui possedimenti di alcuni onesti contadini. Fenimore, non facendoselo ripetere due volte, si mette dalla parte dei più deboli per ostacolare il criminale, che tra l'altro ha una nipotina che al nostro alter ego non dispiace mica…

La mappa delle locazioni. Potremo raggiungerne alcune con il fido cavallo... ma attenti a dargli il giusto 'carburante'!
Gli obbiettivi sono chiarissimi da subito, e ci accompagneranno fino al termine dell'avventura: purtroppo, però, questo significa che ci troviamo di fronte ad una trama del tutto lineare e poco appassionante, anche se immediatamente coinvolgente.
Muoveremo Fenimore col mouse in un mondo completamente in tre dimensioni, richiamando il sempre affollato inventario in alto allo schermo. Con il click destro scorreremo ciclicamente i 'verbi', così come accadeva nel quasi contemporaneo “Runaway - A Road Adventure” ma che, sostanzialmente, si snelliranno nei due 'esamina in prima persona' e 'prendi-usa'. I dialoghi saranno a scelta multipla come nel precedente capitolo, anch'essi lineari.
Graficamente, “The Westerner” è di buon livello, costituito da un mondo cartoon adeguato alla situazione, e da ottime animazioni, soprattutto nelle cutscenes (veramente divertenti le espressioni facciali). Purtroppo il motore che muove il tutto non sembra essere di altissimo livello, e presenta una buona parte dei bug tipici, come il bad clipping. Il doppiaggio italiano è ottimo e ben recitato, mentre i suoni puzzano un po' di 'riciclato' e le musiche sembrano dei midi abbastanza semplici ma - in una produzione di questo tipo - non si può certo chiedere un'orchestra sinfonica, per cui va benissimo così.
Gli enigmi, mai troppo ardui se si capisce cosa fare, spaziano tra quelli classici a piccoli sottogiochi arcade (non molto impegnativi) ben integrati col resto del gioco. La 'novità' del titolo dovrebbe essere, comunque, la struttura 'libera' che lascerebbe spazio di manovra al giocatore. Per passare da un posto all'altro, per esempio, il nostro cavallo avrà bisogno di carburante o, meglio, di carote, che potremo coltivare nelle fattorie o comprare al general store del villaggio. Curioso, sulle prime, ma frustrante dopo poco (e decisamente a rischio di vicoli ciechi, nel caso ci trovassimo senza carote nel bel mezzo del nulla): che senso ha far ripetere la stessa azione decine di volte, 'imitando' una struttura da gdr assolutamente non necessaria?
Inoltre, nelle intenzioni, la soluzione cronologica degli enigmi dovrebbe essere a discrezione del giocatore: purtroppo anche questo è vero solo in parte, poiché saremo costretti a seguire comunque un certo ordine secondo il quale non potremo risolvere un puzzle se prima non ne abbiamo completato un altro. Avremo solo la 'facoltà' di scegliere se, arraffando tutti i dollari che troveremo in giro, di comprare ad esempio tutti i quotidiani (che contengono degli indizi su come proseguire) presenti al bazar o di acquistare subito una cintura scalatrice piuttosto che trovarla in un altro modo. Un po' poco, poiché finiremo per fare comunque tutto il possibile non appena scoperto il modo per 'guadagnare' agevolmente i tanto desiderati verdoni. Nonostante ciò, questo sistema aggiunge un briciolo di libertà in più anche se, tutto sommato, limitata.
Peccato per i difetti sopra citati, perché l'avventura scorre via piacevolmente, con trovate ben studiate e un umorismo divertente che va dal parodistico al citazionismo smodato. In alcuni casi, il sorriso ci scapperà (come nelle sparatorie Leone-syle o nei titoli di coda che fanno il verso ai lungometraggi Pixar), altre volte invece quasi supereranno la soglia della 'copia' gratuita e spudorata (come nel caso dell'ennesimo duello a insulti). In ogni caso, “The Westerner” si lascia giocare perché non si prende mai troppo sul serio, perché gli enigmi, sempre vari, sono agevoli quanto basta per non impantanarsi (quasi) mai e perché i dialoghi e le situazioni divertenti ci faranno compagnia per tutta la durata del gioco.
Se consideriamo anche il prezzo limitato (al momento dell'uscita) e la possibilità di giocarci correttamente su quasi qualsiasi macchina presente oggi sul mercato, “The Westerner”, per me, meriterebbe un 4 su 5. Purtroppo, sono costretto ad abbassare il voto di un punto a causa dei clamorosi e ripetuti bachi nella programmazione che molto spesso causeranno un ritorno prematuro al desktop (dato che non è possibile neanche saltare le sequenze animate già viste, ciò diventerà ben presto un problema più grande) nonché diversi altri piccoli errori che compromettono la giocabilità globale. Inoltre le telecamere che seguono il personaggio non sono sempre infallibili, e spesso sentiremo la mancanza di un sistema migliore e meno automatico. Le numerose patch correttive tendono a limare alcuni problemi ma non a risolverli del tutto: d'altra parte un testing affrettato e poco curato è l'inevitabile rovescio della medaglia di una produzione low budget.
Ad ogni modo, “The Westerner” resta una gradita sorpresa nel sempre più affollato panorama delle produzioni indipendenti. Alla prossima, Fenimore.
by Gnupick
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