Aprile, 2012


Shadows on the Vatican, aka ‘Il momento dello SPAM’


E va bene, lo ammetto: uno dei motivi principali per cui mi mancava questo mio spazio nella Rete è stata l’impossibilità da parte mia di fare dello SPAM insensato e irriverente, sebbene in qualche misura sagace e godereccio.

Shadows on the Vatican” rappresenta la mia prima esperienza commerciale ‘dall’altra parte’, ovvero come sviluppatore di videogiochi (escludendo il campo amatoriale), e si tratta di un progetto episodico (quattro parti in tutto) che, prendendo spunto dal saggio di David Yallop “In Nome di Dio”, racconta una storia che ripresenta in chiave moderna le vicende che coinvolsero la morte del papa Albino Luciani, e quindi politica, corruzione, Banda della Magliana, P2 e tutta ‘sta bella roba qua (incredibilmente, non manca dello humor!). (altro…)

Future Wars

Correva l’anno 1989, il Commodore 64 aveva iniziato il proprio declino, l’Amiga dominava il mercato, seguito dall’Atari ST, e i PC non erano ancora le macchine da gioco che oggi conosciamo. Non si erano ancora conclusi i dorati anni ’80, la Sierra aveva già sfornato un numero considerevole di avventure – è vero – ma il genere delle avventure grafiche punta e clicca come lo conosciamo oggi era ancora giovane, praticamente neonato: la Lucasfilm Games aveva sconvolto il mondo con “Maniac Mansion” e “Zak McKracken”, e… nulla più.
In questa stagione pionieristica, la Delphine Software, casa francese divenuta poi piuttosto prestigiosa, diede a Paul Cuisset la chance di realizzare il proprio sogno creativo, ovvero scrivere e programmare un’avventura grafica in piena regola, tra l’altro una delle primissime in Europa: “Future Wars”. Inoltre, se dobbiamo credere alle dichiarazioni ufficiali, Cuisset aveva iniziato nel 1986 a progettare un suo sistema, chiamato Cinématique, per trasformare le avventure testuali in avventure… grafiche, un nuovo tipo di interfaccia che non richiedeva più l’inserimento di comandi di testo e che immergeva il giocatore nell’ambiente di gioco. Una rivoluzione cui proprio in quell’anno si stava apprestando anche la Lucas con “Labyrinth”, per C64, mentre all’orizzonte si profilava il sistema SCUMM, il primo ad avvicinarsi a quell’obiettivo.
Quello descritto è uno scenario del quale è impossibile non tenere conto nel formulare un giudizio su questo pezzo di storia del software, i cui difetti, giudicati col senno di poi, alla luce della smaliziata consapevolezza di cosa una buona avventura grafica debba essere, appaiono gravi e imperdonabili: all’epoca, invece, un prodotto come questo lasciava sorpresi, emozionati e appagati.
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Lost: Dietro al mistero un atto di fede


A mio avviso, l’immagine in alto racchiude perfettamente la serie-evento “Lost”. La prima stagione terminava con la ripresa di due personaggi chiave che osservavano l’interno della ‘botola’, simbolo-ossessione del confronto fra fede e scienza, fil rouge dell’intera serie: l’espressione di John esprime la volontà di portare a compimento il suo balzo della fede; la smorfia di Jack, invece, comunica la frustrazione di un uomo di scienza incapace di dare un senso preciso a tutto, anche all’inspiegabile.
Allo stesso tempo, l’immagine svela anche l’altra faccia della medaglia su cui è basato “Lost”: l’elemento del mistero. Mettendo da parte per un attimo la simbologia summenzionata, il contenuto della botola rappresenta l’interrogativo più importante della prima stagione, tanto agognato quanto procrastinato. La telecamera indugia sulle espressioni dei due amici/rivali e poi scende in basso, rivelando una lunga scaletta, sempre più giù. Quando finalmente il contenuto sta per essere rivelato, la scena si interrompe con un bel ‘to be continued’. Fine. Per la risposta tocca aspettare dopo l’estate. (altro…)

Simon the Sorcerer 4: Chaos Happens

Che dietro la pessima grafica, le brutte sequenze pseudo-arcade e le centinaia di imperfezioni tecniche si nascondesse il miglior episodio della serie dedicata allo scorrettissimo mago teenager era una verità sfuggita a molti: “Simon the Sorcerer 3D” fu un gioco che gli avventurieri preferirono ignorare, e di certo la cosa non fece navigare in buone acque la povera Headfirst Productions (ex AdventureSoft) di Mike e Simon Woodroffe, capace nel suo percorso travagliato di sfornare solo un altro titolo (“Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth”) prima di dichiarare definitivamente bancarotta nel 2006.
Ma, si sa, le software house vanno e vengono ma i brand sono immortali, e così i diritti sulle nuove avventure di Simon vennero acquistati dalla tedesca RTL che incaricò i Silver Style (con a capo il project leader Carsten Strehse) di sviluppare un nuovo capitolo (uscito poi nel 2007) che facesse dimenticare il mezzo passo falso compiuto dalla serie. (altro…)

Gnupick’s Corner 3.0?

Con questo sito/blog estremamente work in progress inauguro la nuova – si spera – stagione del mio Corner, che dovrebbe permettermi di inserire i pezzi in modo più semplice e immediato e di farli rimbalzare in giro senza impazzire troppo. Purtroppo il vecchio sito (che ancora potete trovare qua) soffriva da tempo di alcune magagne tecniche che rendevano complesso l’inserimento e la formattazione degli articoli.

Questa nuova versione del Corner con WordPress è da intendersi come una prova, durante la quale cercherò di capire se andare avanti su questa strada o se puntare a un restyiling completo del vecchio sito. Non mi è mai molto piaciuta la struttura dei blog, ma a quanto pare questo WordPress è assai personalizzabile, quindi forse riusciremo a fare qualcosa di vicino a ciò che era.

È comunque scontato che, se dovessi trasferirmi qui in pianta stabile, a poco a poco inserirò tutto il vecchio materiale. Più di 200 pezzi (senza contare gli editoriali), tanta roba. Sì, lo so, evidentemente non avevo una mazza da fà. (altro…)

SPOILER ALERT

      Data la natura di approfondi- mento degli articoli inclusi in questo sito, è piuttosto semplice incappare in diversi spoiler (comprese delle anticipazioni sul finale dei titoli trattati). Se siete in cerca di recensioni più classiche e spoiler free, fiondatevi su Adventure’s Planet.

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