Assassin’s Creed: Revelations

ACRevelations_coverL’Assassino Desmond Miles, in seguito all’uccisione di Lucy perpetuata da se stesso in una sorta di trance, cade in coma e successivamente si risveglia in una strana isola abbandonata. Qui fa conoscenza col suo predecessore, il Soggetto 16, che lo informa che la loro coscienza si trova nel programma di base dell’Animus: una condizione necessaria a Desmond per ‘resettare’ la sua memoria genetica, temporaneamente frammentata dalle esperienze dei suoi antenati. Per poter risvegliarsi, Desmond dovrà rivivere alcuni ricordi cruciali degli Assassini Ezio Auditore e Altair Ibn-La’Ahad per creare un ‘giunto sincronico’ e tornare alla realtà.
Attraverso le sue memorie Desmond scopre che nel 1511 un ormai cinquantenne Ezio giunse a Masyaf, controllata dai Templari, in cerca di una biblioteca tenuta segreta proprio da Altair trecento anni prima, all’interno della quale pare che abbia conservato un grande sapere.

 

Appena approdato in città, Ezio verrà accolto da Yusuf (capo degli Assassini di Costantinopoli), e ci terrà subito a chiarire la sua provenienza italiana (sigh).

Appena approdato in città, Ezio verrà accolto da Yusuf (capo degli Assassini di Costantinopoli), e ci terrà subito a chiarire la sua provenienza italiana (sigh).

Realizzare un nuovo episodio di “Assassin’s Creed” all’anno cercando di volta in volta di conquistare il pubblico equivale a una sfida probabilmente impossibile per qualunque software house, ma è soltanto con questo “Revelations” (Ubisoft, 2011) che si avverte la sensazione di deja vu fin dalla prima ora. Un’occhiata ai comandi e alle esigue novità e si è subito pronti a partire. Le introduzioni più evidenti riguardano l’inserimento della lama uncinata (utile a compiere qualche acrobazia in più) e la possibilità di attivare la ‘vista d’aquila’ di Ezio non solo per individuare i punti di interesse sulla mappa ma per esaltare le capacità di investigatore dell’Assassino (qualcosa di simile alla ‘modalità detective’ apprezzata in “Batman: Arkham Asylum”). A cominciare dalle prime battute, inoltre, il tutorial insiste nel sottolineare l’importanza dell’utilizzo e della costruzione di ‘bombe’: la personalizzazione in fase di assemblaggio e la varietà negli effetti risulta però inutilmente elevata e, nonostante l’indubbia efficacia in certe situazioni, si finisce per sfruttare al minimo questa feature e adoperare – nonchè realizzare/acquistare – sempre gli stessi ordigni (ben presto non si fa neanche più caso alla raccolta dei componenti per fabbricarli, benchè gli ambienti ne siano stracolmi).

La costruzione delle bombe è molto semplice a dispetto del menu apparentemente complicato. Il loro utilizzo non è, comunque, così cruciale.

La costruzione delle bombe è molto semplice a dispetto del menu apparentemente complicato. Il loro utilizzo non è, comunque, così cruciale.

Ben presto, comunque, l’iniziale perplessità nel trovarsi di fronte a una sorta di DLC ampliato dei precedenti episodi viene sorprendentemente mitigata dall’abilità degli autori (questa volta capitanati da Alexandre Amancio, al suo debutto nella serie) nel diversificare i vari compiti e nell’offrire un’esperienza decisamente più equilibrata che in passato, spremendo davvero al massimo un gameplay sostanzialmente inalterato dai tempi di “Assassin’s Creed II”.
Alle classiche missioni principali (sempre stimolanti e dotate di un livello di difficoltà forse più alto rispetto alla media della serie), si affianca infatti un ventaglio di incarichi secondari ottimamente bilanciati che lasciano poco spazio alla noia e riducono sensibilmente la ripetitività. È comunque necessario accettare la riproposizione – un po’ stanca – di alcune quest dei precedenti capitoli, come il non certo esaltante acquisto di negozi e la ristrutturazione di monumenti, la conquista del territorio nemico (con l’eliminazione del generale templare che pattuglia la zona) e il meccanico e monotono addestramento di adepti Assassini con relativo lato ‘gestionale’ (leggermente ampliato per l’occasione); per fortuna, però, il resto dei compiti si presenta in maniera più felice e meno reiterata, come le nuove ‘missioni Assassino’ (da eseguire in coppia con un adepto, decisamente riuscite) e il recupero delle chiavi della biblioteca segreta (elettrizzanti corse contro il tempo).
Sistemato anche il problema della ‘sincronizzazione totale’, ora ottenibile in maniera più corretta.

La difesa di un covo degli Assassini durante un attacco templare non è particolarmente avvincente, ma si tratta di sezioni completamente evitabili.

La difesa di un covo degli Assassini durante un attacco templare non è particolarmente avvincente, ma si tratta di sezioni completamente evitabili.

A tale scenario si aggiungono i soliti collezionabili (alcuni più incidenti di altri) e soprattutto le fasi in cui si torna a interpretare il leggendario Altair per scoprire cosa è accaduto dopo gli eventi del primo “Assassin’s Creed”: si tratta di piacevoli missioni lineari e prettamente narrative, complessivamente ben realizzate. Da segnalare anche una piccola divagazione stile tower defense che si attiva nel caso in cui i Templari attacchino uno dei covi degli Assassini: tali sezioni possono venire a noia dopo un paio di volte, ma in realtà è possibile evitarle del tutto facendo attenzione al livello di sospetto che Ezio provoca in città. Chiudono il cerchio le coreografiche missioni ai poli opposti dell’avventura, dotate di un ritmo eccellente e molto curate dal punto di vista spettacolare.

Così come in Brotherhood, Ezio può contare sull'aiuto dei suoi adepti richiamandoli con un semplice tasto.

Così come in Brotherhood, Ezio può contare sull’aiuto dei suoi adepti richiamandoli con un semplice tasto.

Di fronte a uno sforzo certamente degno di nota nel cercare di tener vivo l’interesse di un concept ormai stra-abusato, dispiace sinceramente che la stessa attenzione non sia stata profusa nel lato narrativo: infatti ci si trova ancora una volta a che fare con un intreccio (che riguarda il recupero delle chiavi della biblioteca e l’ottenimento del potere degli Assassini su Costantinopoli) freddo ed estremamente dilatato e che può contare su un unico vero sussulto durante il finale, in cui avviene il tanto atteso incontro fra i due antenati di Desmond che con solennità si congedano dal giocatore e dalla serie.
All’interno del racconto, comunque, gli spunti e i personaggi degni di nota latitano pericolosamente, e la stessa personalità di Ezio viene fuori davvero di rado e con scarsa incidenza (più coinvolgenti invece le malinconiche vicissitudini di Altair). È anche un peccato che l’età avanzata del protagonista non si rifletta in alcun modo sul gameplay: Ezio è infatti il funambolo di sempre, ma sarebbe stato più interessante prevedere degli scenari inediti, come un rallentamento nell’esecuzione di alcune acrobazie e l’utilizzo di soluzioni alternative.

La ricostruzione di Costantinopoli (il posto in cui si trascorre gran parte dell'avventura) è ottima e l'impatto visivo è assicurato come da tradizione della serie, ma la città non lascia a bocca aperta come quelle dei precedenti episodi.

La ricostruzione di Costantinopoli (il posto in cui si trascorre gran parte dell’avventura) è ottima e l’impatto visivo è assicurato come da tradizione della serie, ma la città non lascia a bocca aperta come quelle dei precedenti episodi.

Il peggio però si osserva nella trama che riguarda Desmond. Nonostante sia dedicato un certo spazio al suo passato prima del rapimento da parte della Abstergo (attraverso delle sezioni puzzle in prima persona), è chiaro ormai che agli autori sia definitivamente sfuggita l’occasione di valorizzare la sua storyline, sempre più oscurata nel corso della serie e mai resa realmente avvincente. I passaggi che lo vedono protagonista vengono liquidati in pochissimi minuti all’inizio e alla fine dell’avventura, e la vicenda sembra gestita dagli sceneggiatori senza alcuna convinzione nella speranza di poterla accantonare il prima possibile. È davvero uno spreco che la complessa mitologia e l’aspetto più sci-fi di “Assassin’s Creed” siano visti ormai come una pesante zavorra, giacchè rappresentavano probabilmente gli aspetti più originali e particolari della serie, oltre a fare da collante delle varie trame.
Discutibile, infine, la scelta di ‘addolcire’ il finale di “Brotherhood” con un colpo di scena (presente nel DLC “L’Archivio Perduto”) in cui si opera una sorta di ret-con per riscrivere (in negativo) il personaggio di Lucy.

Le sezioni con Desmond all'interno dell'Animus rappresentano una curiosa divagazione al concept del gioco. Lascia però decisamente perplessi la scelta di andare indietro nella storia piuttosto che avanti.

Le sezioni con Desmond all’interno dell’Animus rappresentano una curiosa divagazione dal concept del gioco. Lascia però decisamente perplessi la scelta di andare indietro nella storia piuttosto che avanti.

Assassin’s Creed: Revelations” è un titolo agile, godibile e meno frustrante del suo predecessore. Tuttavia, una gestione maldestra del potenziale narrativo e il senso costante di ‘già visto’ (pur ben ammortizzato) fanno perdere un punticino a questo capitolo e alla serie stessa, la quale dopo quattro episodi si conferma come un piacevole divertissement confezionato con intelligenza e professionalità, ma lontano dall’opera profonda che sarebbe potuta essere.

     

La citazione:
Ezio: Ho già udito il tuo nome una volta, Desmond, molto tempo fa, e ora indugia nella mia mente come l’immagine di un vecchio sogno. Non so bene dove tu sia, né in che modo tu riesca a udirmi, ma so che mi stai ascoltando.

 

Nota: Per gli appassionati della completezza, va menzionato il cortometraggio animato “Assassin’s Creed: Embers” che chiude definitivamente la storia di Ezio Auditore.

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Categories: videogiochi

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