Kingdom Hearts

Chiunque riesca a giungere alla schermata ‘The End’, dopo oltre 30 ore di gioco e un lungo e impegnativo finale, viene inevitabilmente pervaso da una serie di emozioni: terminare “Kingdom Hearts” genera un malinconico ma piacevole appagamento e la sensazione di aver vissuto un’esperienza, in definitiva, soddisfacente. Il dolce sentimento di avventura (comune a molti titoli dalla forte longevità) influenza il giocatore e annebbia in parte il suo giudizio critico e la personale analisi sul ‘peso’ dei difetti, i quali passano prepotentemente in secondo piano. (altro…)

Star Wars – Episodio I: La Minaccia Fantasma

Nell’anno 1980, quando nei cinema si proiettava “L’Impero Colpisce Ancora”, la dicitura Episodio V lasciava gli spettatori interdetti ma affascinati: quello che George Lucas, il creatore della saga di “Star Wars”, stava cercando di realizzare doveva quindi essere il secondo capitolo di un’epopea divisa in sei (o nove?) parti. La leggenda narrava che il demiurgo/autore aveva scelto di raccontare gli episodi centrali perché più adatti al tipo di tecnologia disponibile del tempo, lasciando per il momento da parte i grandiosi eventi che li precedevano (ovvero le parti da 1 a 3). Dodici anni dopo il terzo episodio, “Il Ritorno dello Jedi, Lucas annunciò che avrebbe infine realizzato i ‘prequel’ (termine che a metà anni ’90 suonava quasi inedito) della trilogia originale con una precisa volontà di fondo: quella di considerare la sua saga come un’opera unitaria e compatta da visionare seguendo non l’ordine in cui era stata prodotta ma quello concepito dal suo autore.
L’approccio risulterà forse più semplice da seguire per gli spettatori che verranno, ma per ‘noi’ di oggi, già cresciuti con la trilogia originale partita nel ’77, lo sforzo può essere certamente maggiore, e la nostalgia rischia di costare caro. Possiamo comunque provarci, ma non prima di aver fatto qualche doverosa premessa. (altro…)

Phoenix Wright: Ace Attorney – Trials and Tribulations

Se ogni saga ha un inizio, allora è lecito aspettarsi anche una fine. Spesso, però, ci si trova di fronte a serie che durano a oltranza fintanto convenga ai produttori, sconfinando il più delle volte nel pallido riciclo di idee.

Con “Trials and Tribulations” si chiude la trilogia su Game Boy Advance di “Phoenix Wright: Ace Attorney” e la saga si prende uno stop momentaneo prima di riprendere il suo corso sulle piattaforme più moderne. Un’ultima serie di casi, dunque, realizzata dal team Capcom con a capo il creatore originale Shu Takumi, che integri e in qualche modo completi il percorso dell’avvocato dai capelli a porcospino e dei suoi compagni d’avventura. (altro…)

Dietro le quinte di “Shadows on the Vatican”

Sono un fanatico dei making of, uno di quelli che quando acquista i dvd si assicura che sia presente il commento del regista in sottofondo. Mi piace capire come viene costruita un’opera d’ingegno, conoscere la gente che c’è dietro, i trucchi, le difficoltà e le frustrazioni. Più di tutto sono interessato all’aspetto umano, ovvero quegli elementi (le casualità, le forzature, le improvvisazioni) che rendono gli autori più vicini a noi, e non quei semi-dei che molti vogliono vedere. (altro…)

Phoenix Wright: Ace Attorney – Justice for All

È trascorso un anno dagli intensi casi giudiziari narrati in “Phoenix Wright: Ace Attorney”: Phoenix è ormai uno stimato avvocato difensore che non ha mai perso una causa, sempre pronto a mettersi in gioco e a credere nel suo cliente.
Spaesato e colto da un’amnesia proprio alla vigilia di un nuovo processo, si appella al suo ‘istinto da avvocato’ e torna in sé proprio durante la causa, vincendola senza grossi problemi. Ma le vere sfide devono ancora cominciare…

Phoenix Wright: Ace Attorney – Justice for All” rappresenta la seconda parte nella saga di ‘simulatore di avvocato’ della Capcom. Diretto nuovamente da Shu Takumi, il titolo è parte della trilogia di “Gyakuten Saiban” (in inglese “Turnabout Trial”, ‘Processo Ribaltato’) ideata per Game Boy Advance (2002) e trasposta su Nintendo DS nel 2006, non solo per il mercato giapponese, ma – per la prima volta – anche per quello estero (dove è giunto l’anno successivo).
Ancora una volta, quindi, il passaggio dal Game Boy Advance al DS è stato compiuto adattando l’interfaccia alla console dal doppio schermo, senza però aggiungere concretamente nuove funzioni di giocabilità che sfruttino le sue particolari caratteristiche. (altro…)

New York Crimes

New York. Le pagine dei giornali sono occupate dalle stragi di un serial killer di senzatetto che brucia vive le sue vittime. Il giovane Henry White, membro di un’associazione che si prodiga per aiutare i meno fortunati, si avventura insieme all’amico Cooper in una zona considerata molto a rischio, la stazione della metropolitana di Cadway. Catturato da una coppia di mendicanti che minacciano di ucciderlo, il ragazzo riesce infine a cavarsela grazie all’aiuto dell’amico.
Sei anni dopo, Henry ha ereditato un’immensa fortuna e si batte per migliorare le vite dei bisognosi. All’interno del suo ufficio convoca un uomo colpito da una grave amnesia, tale John Yesterday, un esperto di scienze occulte che era stato ingaggiato da Henry stesso per indagare su un gruppo satanico noto come l’Ordine della Carne. Solo ricostruendo la memoria di John sarà possibile fermare un assassino che sottopone le sue vittime a terribili rituali che ricordano proprio le efferate azioni dell’Ordine. (altro…)

Laura Bow: The Colonel’s Bequest

New Orleans, 1925. La giovane studentessa Laura Bow viene invitata dall’amica Lillian a partecipare a una cena organizzata da suo zio, l’attempato ex colonnello Henry Dijon, all’interno della spettrale e isolata villa in cui vive. Durante il pasto il burbero padrone di casa comunica a tutti gli ospiti – parenti e amici – di aver disposto le sue ultime volontà: tutto il suo enorme patrimonio verrà diviso equamente fra i presenti al ricevimento – Laura esclusa.
Come da copione, fra gli invitati circolano veleni e invidie, e lo stesso ricco anfitrione non è visto di buon occhio. In un setting del genere non sorprende del tutto la scoperta di un omicidio: Laura, armata di taccuino e spirito d’osservazione, si prepara quindi a ficcanasare all’interno della ragnatela di intrighi, cercando – nel contempo – di sopravvivere alla notte. (altro…)

Undercover: Dual Motives

Siamo nel 1938, l’Europa è sull’orlo della più sanguinosa guerra della storia e regna un tesissimo e crescente clima di sospetto. Il fisico John Russell – insieme ad altri luminari dei più svariati campi scientifici – lavora a progetti top secret, per conto del governo inglese, all’interno di un istituto di ricerca supervisionato dal direttore sir Williams. Quando il professore viene ingiustamente accusato di spionaggio, non gli resta che tentare di scagionarsi il prima possibile. Per fortuna, troverà una fidata alleata: la bionda segretaria di sir Williams, Audrey.

Undercover: Dual Motives” (anno di uscita 2007, comparso in Italia l’anno successivo) è il secondo capitolo ufficiale – e quindi non una semplice conversione – della serie di “Undercover”, inaugurata dalla teutonica Sproing nel 2006 con “Undercover: Operation Wintersun“. A sorpresa, però, questo episodio non è edito sulla macchina di gioco originale della saga (il PC), ma è pubblicato su Nintendo DS. Il rischio di ‘tradire’ i fedeli del primo “Operation Wintersun” è però scongiurato dal fatto che “Dual Motives” è un ‘prequel’ completamente sganciato dall’episodio precedente (a parte il protagonista, viene ripreso unicamente il personaggio del colonnello Travers): una storia totalmente a sé, quindi, in cui l’ambientazione fa da apripista a quella rappresentata nel titolo originale. (altro…)

Flashback: The Quest for Identity

Durante la prima metà degli anni ’90, riuscire a fermare l’inarrestabile corazzata di game designer francesi, capace in brevissimo tempo di rivoluzionare estetica e gameplay del mondo videoludico, era praticamente impossibile.

In tale contesto, materiale per far vibrare l’Interessometro di certo non manca, e lo stesso deve aver pensato Paul Cuisset, game designer principale della Delphine Software, che nel ’92 sfornò “Flashback: The Quest for Identity”. Ispirandosi pesantemente ai due action adventure di riferimento, “Prince of Persia” di Jordan Mechner e “Another World” di Eric Chahi, l’autore francese realizza un titolo che con una certa sfacciataggine pesca a piene mani idee e concetti dai suoi illustri predecessori. (altro…)

Lego Indiana Jones: Le Avventure Originali

Il professor Henry ‘Indiana’ Jones Junior è un docente di archeologia del Marshall College, Connecticut (Stati Uniti). È apprezzato dagli studenti (a causa del suo fascino, soprattutto dalla studentesse), e ha pochi fidati amici, fra cui il direttore del National Museum e decano del College, Marcus Brody, e uno scavatore egiziano, Sallah.
Questo, almeno, è ciò che accade ‘part-time’. In realtà, per gran parte del tempo, Indiana Jones mette da parte gli occhiali da vista e la giacca di tweed per indossare cappello di feltro e frusta da battaglia, e andare in giro per il mondo a rinvenire manufatti antichi appartenenti a civiltà perdute.
Lego Indiana Jones: Le Avventure Originali” (“The Original Adventures” in originale) ripercorre le avventure che hanno reso famoso Indiana Jones attraverso una rivisitazione in chiave Lego delle pellicole degli anni ’80 dirette da Steven Spielberg, che hanno costruito attorno al personaggio ideato da George Lucas una sorta di emblema dell’Avventura (intesa nel senso più profondo del termine). (altro…)

Undercover: Operation Wintersun

La seconda guerra mondiale è uno scenario tipico nel mondo dei videogiochi: il conflitto, culminato nel terribile Olocausto, è un periodo (sovra)sfruttato in particolar modo dagli sparatutto in soggettiva, che riescono a ricreare con una certa cura le battaglie campali contro le armate del Terzo Reich. Si tratta inoltre di un’ambientazione, piuttosto nota e radicata, che si confà particolarmente alle esigenze di gameplay degli FPS, i quali possono cogliere al volo l’opportunità di mettere in scena ciò che in fondo si riduce semplicemente al solito scontro ‘buoni (Alleati) contro cattivi (Nazisti)’.
In generale, un linguaggio videoludico intrinsecamente più narrativo – come quello delle avventure grafiche – è in grado di sviluppare tale soggetto in forma diversa, rifiutando lo stereotipo (soluzione comoda negli FPS) e, almeno teoricamente, donandogli una maggiore profondità emotiva e narrativa. Curiosamente, forse a causa del tema delicato, le avventure ambientate durante la seconda guerra mondiale latitano un tantino: “Undercover: Operation Wintersun” tenta di porvi rimedio. Purtroppo, però, senza convincere. (altro…)

Stranglehold

L’inflessibile e navigato ispettore Tequila, in barba agli ordini del Capitano Lee, affronta insieme alle sue ‘due amiche’ (una coppia di pistole) un caso che riguarda il rapimento di un poliziotto. Dopo aver scoperto di essere ormai in ritardo per salvare la vita del collega, Tequila insegue i responsabili fino ad arrivare al capo della Dragon Claw, lo spietato Wong. Il boss lo avverte che l’assassinio è stato in realtà perpetuato dalla Golden Kane, la Mafia Russa che tiene in ostaggio sua figlia (nonché ex moglie di Tequila) e sua nipote. Tequila, ingaggiato da Wong (che, oltre a essere un membro della Triade, è anche un nemico personale del nostro eroe), si fionda quindi a Chicago, dove ha sede la Golden Kane. Ma non tutte le cose sono come sembrano, e forse, alla fine di questa storia, il ‘body count’ sarà più alto del previsto… (altro…)

Hard Boiled

L’ispettore Yuen ‘Tequila’ è uno sbirro di Hong Kong che non va molto per il sottile. In seguito a un caso finito male, in cui ha perso il suo migliore amico e ucciso per errore un poliziotto sotto copertura, è ora sulle tracce di Johnny Wong, implacabile signore del crimine della Triade. Tequila individua in uno dei suoi sgherri, Alan, un solido collegamento con Wong. Alan, però, si rivela un agente infiltrato nella gang di Wong per porre fine al suo dominio: ben presto fra lui e Tequila si formerà una difficile alleanza che li condurrà a vedersela con la pericolosa Triade e col più duro degli scagnozzi di Wong, il temibile Mad Dog.

L’espressione hard boiled deriva da un genere letterario parente del più generico noir: portato alla ribalta da Raymond Chandler con il suo Philip Marlowe (si parla della fine degli anni ’30), l’hard boiled si contraddistingue da vicende che sono solite avere come protagonista un detective privato ‘che fa a cazzotti con la vita’, che ama gli alcolici e che usa circondarsi di donne bellissime ma letali. (altro…)

Videogiochiamo al dottore?

        La funzione del sesso nel mondo dei videogiochi.
Avete mai provato a chiedere alla ragazza dietro al banco di un bar un cornetto alla crema, accompagnato da un buon caffè caldo? Anzi, meglio, bollente?
Beh, non vi ha poi invitato a casa sua?
Allora le ipotesi sono due:
a) la signorina non è una videogiocatrice;
b) la censura a “Grand Theft Auto: San Andreas” ha ottenuto l’effetto sperato.

Il sesso è sempre un argomento difficile da trattare. Nel mondo dei videogiochi, poi, lo è decisamente di più. (altro…)

Hotel Dusk: Room 215

Kyle Hyde, un ex poliziotto ora venditore per l’azienda Red Crown, approda all’Hotel Dusk con l’obiettivo di svolgere un lavoro per conto del suo capo, riguardante il recupero di alcuni oggetti particolari. Il suo lavoro non lo soddisfa, ma tre anni prima si è sentito in dovere di lasciare la polizia in seguito al tradimento del suo ex collega, Brian Bradley: da allora, Kyle è ossessionato dalla sua ricerca, al fine di scoprire i motivi del suo voltafaccia. Pagando il soggiorno per una notte (gira voce che la sua camera, la numero 215, faccia avverare i desideri), scopre (casualmente?) proprio all’interno dell’albergo alcuni indizi relativi all’amico scomparso, fra cui un legame con una giovane ragazzina che ha perso l’uso della parola, Mila. A complicare le cose, viene alla luce che sei mesi prima un uomo si è firmato col nome di Kyle, prendendo una camera. All’interno dell’ambiguo e misterioso Hotel Dusk, i misteri proprio non mancano… (altro…)

Super Mario Bros.

Sono in molti a pensare che i lungometraggi tratti dai videogiochi non siano mai all’altezza del modello ispiratore. A giudicare dai generali risultati, in effetti, non c’è molto da stare allegri.
Realizzate da ‘autori’ che nulla hanno a che vedere con il prototipo e gestite come se fra videogiochi e cinema non ci fosse poi molta differenza, tali pellicole valgono spesso come metodi più o meno furbi per spremere i fanatici,  attirati per inerzia al cinema a guardare il loro gioco preferito sullo schermone.
Che piaccia o meno, tutto è cominciato da qui. (altro…)

Tomb Raider (2013)

Durante una spedizione archeologica volta a raggiungere il mitico Regno Yamati, la nave Endurance finisce all’interno del Triangolo del Diavolo, dove una violentissima tempesta scaglia l’equipaggio su un’isola misteriosa. Fra i sopravvissuti c’è la giovane e inesperta Lara Croft, fresca di laurea in archeologia. Con la sola forza della disperazione, la ragazza va in cerca dei naufraghi ma si imbatte nei pericolosi isolani del luogo, adoratori di Himiko, regina del Regno Yamati.

L’originale “Tomb Raider” (1996) fu pesantemente influenzato, nelle meccaniche di gameplay, da quel “Prince of Persia” (1989) che contribuì a definire il concetto di arcade-adventure. L’ideale chiusura del cerchio avvenne con il reboot “Le Sabbie del Tempo” (2003) in cui il Principe sembrava più di una volta rifarsi alle gesta e alle acrobazie della sinuosa avventuriera. Questa volta è invece la serie creata dalla Core Design a riscuotere il debito, pescando elementi in modo più o meno palese dalla trilogia di “Uncharted” dei Naughty Dog, a sua volta in parte ispirata proprio dalle avventure di miss Croft. (altro…)

Dreamweb

Ryan, un barista che lavora in una città sporca e malandata, è perseguitato da strani incubi che lo portano costantemente sull’orlo della follia. In uno di essi, un misterioso monaco incappucciato gli comunica che è a rischio l’esistenza stessa del ‘Dreamweb’, la tela che stabilizza i sogni e funge da barriera fra il mondo reale e le tenebre: il Custode, che investe il giovane del ruolo di Messaggero, gli spiega che sette individui malvagi sono in procinto di rompere quel fragile equilibrio, ed è compito suo assassinarli prima che diventino troppo potenti.
Ryan accetta il solenne incarico senza alcuna esitazione, e si prepara ad assolvere il suo compito. (altro…)

Shivah, The

Il medium videoludico corre perennemente il rischio di essere banalizzato, costretto com’è a piegarsi al mercato mainstream. La sua massificazione conduce inevitabilmente a una carenza di coraggio da parte degli autori, più impegnati a cavalcare l’onda che a rischiare qualcosa di sperimentale.
Una larga fetta di chi scampa a questa standardizzazione creativa è composta dai gruppi indipendenti che tentano strade alternative o comunque più coraggiose. Gli spunti più interessanti, provenienti e testati precedentemente dal mercato di nicchia, vengono in seguito adottati anche dalle case più influenti.
The Shivah” (2006), realizzato quasi interamente dal giovane Dave Gilbert (fondatore dell’etichetta Wadjet Eye), debuttò come titolo freeware: solo in un secondo momento, in virtù del successo riscontrato, ne fu pubblicata la versione commerciale che migliorava e ampliava il gioco originale. L’autore newyorkese si era già fatto le osse realizzando diverse avventure di stampo amatoriale (“Two of a Kind”, la serie di “Reality on the Norm” e “Bestowers of Eternity”, prova generale di “The Blackwell Legacy”); per l’edizione deluxe di “The Shivah”, l’autore si avvale invece di un aiuto esterno per la grafica e il sonoro, mentre il game design e la programmazione restano pienamente suo appannaggio. (altro…)

Ace Ventura

Si sa che il compito di un buon detective è quello di far luce su un crimine attraverso l’investigazione e l’analisi di prove, fino a individuare il responsabile del misfatto ed, eventualmente, proteggere chi è stato o potrebbe essere minacciato da tale soggetto.
Ace Ventura è, di fatto, un detective; e bravo, anche. Cos’è che lo rende diverso dagli altri investigatori, a parte la pettinatura improbabile e la vasta gamma di smorfie? Semplice: per Ace il protect and serve si applica solo al regno animale, persone escluse. Esseri viventi come il tucano o l’ermellino possono dormire sonni più tranquilli: l’Acchiappanimali è fra noi! (altro…)

SPOILER ALERT

      Data la natura di approfondi- mento degli articoli inclusi in questo sito, è piuttosto semplice incappare in diversi spoiler (comprese delle anticipazioni sul finale dei titoli trattati). Se siete in cerca di recensioni più classiche e spoiler free, fiondatevi su Adventure’s Planet.

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